Regia di Werner Herzog vedi scheda film
Neppure Herzog sa di preciso cosa sia andato a farci: probabilmente è soltanto il gusto per la sfida estrema, ad aver portato il regista tedesco in Antartide, presso la base McMurdo. Questa volta la sfida è contro la sola natura, quella matrigna di un luogo in cui la temperatura staziona sotto lo zero di alcune decine di gradi (!) e in cui non mancano crateri di lava perennemente attivi, laghi ghiacciati a rischio rottura (e improvvisa richiusura), in cui la vegetazione è ridotta quasi al nulla e gli animali visibili sulla superficie sono solamente colonie di foche e pinguini, non particolarmente amichevoli. Herzog, neanche a dirlo, in tutto questo si diverte un mucchio; esplora a tutto campo l'ambiente circostante, sua è la voce fuori campo (in inglese) che intervista scienziati, operai e altri abitanti/lavoratori di McMurdo, sue sono le domande curiose sullo stile di vita e sul clima, sul senso di solitudine e sull'importanza del lavoro svolto nella base. Nonostante la premessa di apertura del documentario, e cioè che il regista aveva carta bianca per girare e nessuna particolare idea da sviluppare, Encounters at the end of the world riesce come un lavoro compatto, esplicativo, suggestivo e soprattutto unico nel suo genere: di documentari sull'Antartide, infatti, non ce ne sono stati fino a quel momento altri. 7/10.
Herzog va in Antartide, presso la stazione McMurdo, e incontra scienziati, operai, biologi, zoologi e soprattutto la natura incontaminata del luogo, affascinante e crudele.
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