Regia di Joann Sfar vedi scheda film
Serge Gainsbourg, vie héroïque non è certamente il primo tentativo di portare la vita di Gainsbourg sullo schermo, ma è l'unico a cui la famiglia abbia dato il proprio consenso: consenso ottenuto grazie al tono favolistico che Sfar fa assumere all'intera narrazione, unitamente all'assicurazione che egli non avrebbe in alcun modo svelato i risvolti più intimi e segreti del proprio idolo.
La pellicola, infatti, si limita a ripercorrere alcune tra le più note vicende del genio transalpino senza, però, che queste vengano in qualche maniera collegate tra loro, lasciando lo spettatore in balia di un fastidioso senso d'incompiutezza.
Ci sono, comunque, anche delle trovate decisamente indovinate e divertenti - come quella del personaggio rappresentante il “doppio” di Gainsbourg, grottesco alter ego e parodistica incarnazione dei suoi istinti più bassi -, nonché la puntuale illustrazione della nascita di alcune tra le sue canzoni migliori, ma il limite più evidente di questo film è proprio quello di rivolgersi unicamente ai cultori della figura ivi ritratta, risultando pressoché incomprensibile a tutti gli altri.
L'opera, basata su un giornale a fumetti creato dallo stesso Sfar - come ci viene in qualche modo suggerito dai disegni dei titoli di testa -, originariamente prevedeva la partecipazione della figlia di Gainsbourg, l'attrice e cantante Charlotte, la quale, in perfetta sintonia con l'impostazione surreale e burlesca del film, avrebbe dovuto interpretare la parte della propria madre, ma dopo sei mesi di prove abbandonò il progetto, sostenendo che si stava rivelando emotivamente troppo doloroso.
Sfar, che se l'era sempre immaginato con lei in quel ruolo e nessun'altra, si stava mestamente rassegnando a rinunciare all'impresa quando il destino gli fece incontrare Lucy Gordon (che si toglierà la vita subito dopo la fine delle riprese), ma soprattutto Eric Elmosnino che, in virtù della sua straordinaria somiglianza con Serge, lo fece desistere da tale, malaugurato, proposito.
Questo film testimonia anche l'ultima partecipazione in una produzione cinematografica di Claude Chabrol che interpreta la parte del produttore discografico.
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