Regia di Riccardo Donna vedi scheda film
L’avevano annunciato come il film più romantico di questi ultimi nostri anni. Un Love Story de noantri pronto ad adattare in chiave Notte prima degli esami i testi contenuti in Questo piccolo grande amore, album firmato da Claudio Baglioni nel 1972. L’esperimento sulla carta era curioso. Né musical (e infatti i protagonisti non cantano), né musicarello (presente quelli in cui Gianni Morandi si faceva mandare dalla mamma a prendere il latte?). Uno script che attraversa una a una le canzoni, colonna sonora e voce narrante. Storia di un amore travolgente di quelli che ti cambiano la vita. Roma è dappertutto, le contestazioni dei 70 si sciolgono in un istante. Quando ti innamori te ne freghi della politica, ed è allora che cominciano i guai. Centocelle diventa un prato fiorito e le nuvole dipingono in cielo il volto dell’amato. Ma quale esperimento. Quale romanticismo. Q.P.G.A. resterà nella storia come il film più stucchevole di tutti i tempi. Emanuele Bosi, Scamarcino di borgata, ha una sola espressione davanti alla sua Giulia e dopo un’ora e dieci non vedi l’ora che se ne vada in caserma a Saluzzo. «Posso restare qui?». «A un passo dal cuore?». L’alternativa è un dialogo tipo questo.
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