Regia di Edgar G. Ulmer vedi scheda film
Ulmer anche qui dirige molto bene un piccolo film, con dignitosi e non invadenti effetti speciali, e riesce a creare una certa suspense. Il protagonista non è il criminale buono, magari messo in galera per una piccola sbandata, ma un uomo spietato e senza scrupoli. Tuttavia l'insistenza del professore alla fine riuscirà a risvegliare in lui la coscienza e a far sì che lotti per il bene degli altri e non solo per se stesso. Riesce anche ad aprire un minimo spiraglio del suo cuore all'amore. L'unico assolutamente negativo è il capo della banda, ebbro di fantasmagorici sogni di onnipotenza e disposto a tutto pur di realizzarli. Gli altri, chi più chi meno, sono caduti nel male e sotto le grinfie del pazzo per inganno o per ricatto. Ma anche quando è stato il più vile ricatto a rendere prigionieri, si sente comunque un forte disagio interiore. Questo è il caso del professore che, come lamenta lui, ha passato la sua vita a fare del male sotto ricatto, benché ciò naturalmente gli ripugnasse. Lungi dal compiacersi per aver sempre salvato la pelle, e magari quella della figlia, vive tormentato e umiliato nella sua dignità. Questo anche perché, la sua scelta di cedere lo portò ad uccidere la sua stessa moglie senza saperlo. Viene qui da chiedersi: è meglio assogettarsi al prepotente salvando la propria vita, ma contribuendo a sopprimerne molte altre, o è più giusto preferire la morte propria e di uan persona cara e non aiutare il malvagio? Io opto per la seconda possibilità. Il film è anche una riflessione sull'enorme pericolo costituito dai materiali radioattivi custoditi qua e là non sempre debitamente (lasciamo perdere qui l'uomo invisibile), che possono causare enormi tragedie se cadono nella mani sbagliate, cioè dei pazzi megalomani sparsi nella società. Molto buoni i sottotitoli italiani, oggi pregio sempre più raro. Il finale è forse un po' irrisolto e frettoloso, ma il film nel suo insieme è una prova come con un regista che ci sappia fare possa realizzare buone pellicole anche con pochissimi soldi e senza divi. Ma se non ci si sa fare... Capito, cineasti odierni?
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