Regia di Anne Fletcher vedi scheda film
Lei è una donna in carriera con il ghiaccio nel cuore e decide di sposarsi con il primo che le capita a tiro solo per avere il rinnovo del visto. E lui la detesta.
Il soggetto sarebbe buono, benché non nuovo al cinema nelle sue molte declinazioni. Il problema è come è stato realizzato e sceneggiato (e non ho detto poco).
La regia è come un temino buono di quinta elementare, semplicino e pulitino; ha un certo ritmo ma è acerba e, appunto, elementare. Qualche volta mi chiedo perché a Hollywood - come succede sempre più spesso - diano divi e mezzi notevoli in mano a registuncoli (o registuncole). La sceneggiatura tenta di divertire il più possibile con battute e situazioni; qualche volta ci riesce un po', qualche altra fa fiasco in modo evidente: penso alle due cantonate del ballo con spogliarello patetico e alla scena dei riti pagani della nonna. Anche l'episodio dell'aquila che ruba il cellulare è un chiaro buco nell'acqua. In generale la nonna buffa e mattacchiona non è un personaggio riuscito. Peccato perché, torno a dire, il soggetto aveva grosse potenzialità. Gli attori sembra si impegnino, ma mi pare che lo facciano in modo autonomo e siano un po' lasciati a se stessi. La bellezza della Bullock è già in fase discendente, e la regista lo sa, mentre a Ryan Reynolds fa sfoggiare il fisico palestrato.
Il momento migliore è la crisi di coscienza di lei e la fuga in motoscafo, che mi sembra una buona idea per mostrare una donna tormentata dal rimorso che tenta di fuggire da se stessa. Anche la scena del matrimonio non è da buttare.
Insomma, un film che tira avanti in qualche modo, che regala qualche ristina, qualche scossa di capo, e fa arrivare in fondo senza troppa noia. Abbiamo tutto il diritto di chiedere di più, specie se pensiamo alle commedie dei tempi che furono.
PS: troppi riferimenti non ufficiali a "Green Card" con Depardieu.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta