Regia di Jonas Åkerlund vedi scheda film
Jonas Åkerlund autorizzava speranze. Invece siamo sempre dalle parti di Se7en, nonostante il cocktail questa volta preveda anche gocce di L’ultima profezia (gioiello dimenticato di Gregory Widen), L’esorcista III di W. P. Blatty e citazioni da Millennium. Per cui sperare di trovare degli accenti di originalità o se non altro di rispettosa adesione allo stereotipo è inutile. Dennis Quaid - la cui faccia tormentata che rievoca l’intenso Linea di sangue è l’unico valore del film - bracca una serie di killer che si ispirano al libro dell’Apocalisse. Strada facendo il film dissemina indizi pruriginosi che riguardano tatuaggi, piercing e pratiche neotribali (trattati in maniera scandalosamente moralista) ma Åkerlund pecca soprattutto per l’incapacità totale con la quale è trattata l’identità dell’ideatore dei massacri seriali. Tra i produttori figura anche Michael Bay, regista tanto interessante quanto deleterio quando si limita a staccare assegni. A fronte di cose come True Blood e Dexter, ci si chiede non solo come sia possibile che a Hollywood si scrivano ancora copioni come quello di The Horsemen, ma soprattutto perché trovino anche qualcuno disposto a distribuirle. Anche se ammettiamo di buon grado che lo “spiegone” finale è davvero esilarante.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta