Regia di John Glenn vedi scheda film
Un tempo, la maggioranza dei film americani di medio livello denunciava un difetto comune: si partiva da una premessa, oppure da un incipit interessante, a volte anche suggestivo e importante, salvo poi perdersi nel solito trito e ritrito guazzabuglio di spioni dell'FBI, di uomini neri dei servizi segreti perennemente deviati, fatto di inseguimenti, omicidi, colpi di scena, dialoghi banali, finali scontati e rassicuranti. Questo film ha il difetto di partire addirittura da una premessa assolutamente stupida e insensata. Da qualche parte, la solita organizzazione segreta, come sempre governata da un povero mentecatto, partorisce l'idea balzana di concedere una seconda possibilità ai condannati a morte. In luogo di procedere all'esecuzione, li stordisce, inietta in loro una sostanza che li rende dipendenti e costruisce per loro una seconda vita. Il problema è che non viene data loro la possibilità di riscattarsi usando il loro libero arbitrio, ma li rende praticamente schiavi, controllandoli, minacciandoli, continuamente e spingendoli poco a poco verso la pazzia. La seconda chance non esiste, esiste solo una gabbia infernale la cui sola via d'uscita è il cimitero. Il protagonista riesce a sfuggire alla fine a questa gabbia, ma il dubbio che il regista semina in noi è che si tratti solo di un patetico sogno della sua piccola figlioletta, avuta quando egli era un uomo libero. Un filmaccio immondo, costruito su premesse insensate e pieno di atmosfere da incubo che altro non fanno che irritare per l'incompiutezza dell'assunto e la sua stupidità di fondo.
Avete presente le trame lucide, razionali e intelligenti di una volta? Beh, scordatevele!
Chi glielo ha fatto fare?
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