Regia di Alex Proyas vedi scheda film
1959: in una scuola elementare del Massachusetts viene interrata una capsula del tempo contenente i disegni con cui i bambini immaginano il mondo futuro; solo Lucinda scrive in stato di trance una sequenza di cifre apparentemente casuali. Cinquant’anni dopo il suo messaggio finisce nelle mani di un docente del MIT, che lo interpreta: sono le date, il numero di morti e le coordinate geografiche delle principali sciagure occorse nell’ultimo mezzo secolo. Le ultime tre, però, devono ancora accadere: c’è un modo per evitarle? Soggetto intrigante, svolgimento dozzinale. Ci sono alcune belle trovate che alimentano la tensione (gli uomini che bisbigliano, l’abbreviazione EE, la profezia di Ezechiele), le due spettacolari sequenze dell’aereo caduto e dell’incidente in metropolitana, ma c’è anche molto chiasso inutile, musica sparata a palla, discorsi su casualità e determinismo buttati lì, per arrivare a un finale irenico in stile Incontri ravvicinati del terzo tipo. È già difficile prendere sul serio Nicolas Cage quando fa il professore di astrofisica, figuriamoci quando poi si mette in testa di sventare la fine del mondo; ed è un peccato che Rose Byrne venga sottoutilizzata.
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