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Segnali dal futuro

Regia di Alex Proyas vedi scheda film

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Paul Hackett

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La recensione su Segnali dal futuro

di Paul Hackett
4 stelle

Un professore di astrofisica entra in possesso di una misteriosa sequenza di numeri scritti da una bambina 50 anni prima e si rende conto, con comprensibile preoccupazione, che si tratta della precisa predizione di eventi catastrofici futuri che poi si sono effettivamente verificati e di alcuni che starebbero per accadere. Come fare per scongiurarli e cosa diavolo sono quelle voci bisbiglianti udite dal figlio Caleb? Questa volta Alex Proyas ha davvero toppato alla grande: il regista de "Il Corvo" e di "Io, robot" ci consegna un film cupo, deprimente e incredibilmente pretenzioso, che inizia come un thriller paranormale, continua come una pellicola del filone catastrofista, svacca ripetutamente nel melodramma e termina come una risibile riflessione new age. In "Segnali dal futuro" c'è praticamente di tutto: dall'inquietante bambino in contatto con altre dimensioni del "Sesto senso" all'apocalisse di "Deep Impact", dalle misteriose profezie di "The Mothman Prophecies" agli alieni di "Cocoon" e ancora la fissazione americana per gli angeli e le profezie bibliche, il panico collettivo post-11 settembre, i timori millenaristi per una incombente fine del mondo con la quale i media ci martellano gli zebedei praticamente ogni giorno (c'è sempre qualcosa di utile a fomentare le paure ataviche della gente: una guerra nucleare, un allineamento dei pianeti, il millennium bug, l'effetto serra, il buco nell'ozono, il 2012, gli extraterrestri, una nuova epidemia, qualche asteroide birichino). Proyas frulla tutti questi temi e li condensa in due ore, interminabili ed indigeste, condite con effetti speciali morbosamente violenti ed impressionanti (i corpi in fiamme in fuga dall'aereo precipitato, la strage nella metropolitana), non risparmiandosi nemmeno il colpo basso di qualche lacrimuccia di commozione. Cast non esattamente vario: la telecamera è praticamente sempre puntata su Nicolas Cage e non è una buona cosa, dal momento che l'attore americano non conosce mezze misure, o è perfetto per il ruolo o recita da cani e in questo caso si può sentire ululare già dai titoli di testa. Pochi i volti di contorno e peccato davvero per lo scarso spazio concesso alla bravissima Rose Byrne. In buona sostanza "Segnali dal futuro" è un film davvero poco riuscito, uno scivolone che conferma l'involuzione del cinema di Alex Proyas che, ormai si è capito, difficilmente riuscirà mai più ad eguagliare i fasti de "Il Corvo", il suo vero ed unico capolavoro. Voto parecchio mediocre.

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