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Segnali dal futuro

Regia di Alex Proyas vedi scheda film

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La recensione su Segnali dal futuro

di mc 5
6 stelle

Questo film ha un protagonista che ne è anche in qualche modo l'emblema e il cui volto ne rappresenta anche il riferimento primario sul piano promozionale e commerciale. C'è solo un problema. Che quel volto per una moltitudine di persone non è che sia esattamente il massimo dell'espressività. Potremmo quasi sostenere, se fossimo in vena di facezie, che Nicolas Cage rappresenta da sempre uno dei più grossi enigmi della storia del cinema, e già che ci siamo, anche della storia dell'Umanità. Barzellette a parte, molti di noi non riescono a capacitarsi del motivo per il quale Cage a Hollywood goda di un credito praticamente illimitato. I registi e i produttori che contano lo amano e lo rispettano, insomma negli ambienti della mecca del cinema lo stimano al punto tale che chiunque farebbe carte false pur di poterlo coinvolgere in un proprio progetto. Per noi appassionati di cinema invece (non tutti certo, ma suppongo una buona parte) osservare quel suo faccione con quell'unica espressione corrucciata che lo fa sembrare una specie di cagnolone bastonato, è fonte prima di perplessità e poi di ilarità. Qualcuno sostiene addirittura di non averlo mai visto ridere sullo schermo. E c'è poi qualche buontempone che disquisisce sulla sua improbabile attaccatura dei capelli e perfino qualche burlone che insinua dettagli imbarazzanti sul suo (presunto) parrucchino. Senza contare poi chi arriva a ventilare che il suo status di "fortunato" derivi in certa parte dall'essere nipote di Francis Ford Coppola, parentela che molti suppongono gli abbia giovato, ma in giro -si sa- ci sono tante "malelingue"...E anche con questo suo nuovo ruolo di professore di astrofisica, la musica non cambia. Anzi, il suo "faccione" è ancora più "faccione" del solito. Ma c'è però da rilevare che stavolta il nostro Nicolas "the face" Cage è calato nel contesto di un film tutto sommato discreto, diretto piuttosto bene da Alex Proyas, e soprattutto con una bravissima Rose Byrne. La vicenda ha un prologo breve che tuttavia è forse la cosa più riuscita del film, in quanto ci restituisce un clima irresistibilmente vintage, ed ha come sfondo un istituto scolastico in cui la maestra coinvolge gli alunni nell'iniziativa della "capsula del tempo"; essa consiste nel rinchiudere in un contenitore i disegni dei piccoli allievi per poi essere recuperati dopo 50 anni. La nota stonata sta nel fatto che tra questi alunni c'è una bambina dotata di strani poteri che incarna in sè segreti inconfessabili che attengono addirittura al futuro della specie umana. Quella bambina con evidenti problemi psichici, consegna al futuro una previsione catastrofica, rappresentata da una sequenza di centinaia di numeri stesi sopra un foglio che viene recuperato 50 anni dopo dal nostro "bietolone" Cage. E il film è tutto un tentativo di decifrare quella caotica successione di cifre su quel foglio; questa decodificazione è anche una lotta contro il tempo in quanto quei numeri annunciano eventi catastrofici che stanno per scatenarsi da un momento all'altro. La formula "eventi catastrofici" fa sì che meccanicamente la nostra mente si colleghi a due paroline inevitabili: "effetti speciali". E qui c'è da registrare una cosa curiosa. Fermo restando che tali effetti rivestono nel film un ruolo primario, il dettaglio curioso è che in alcune recensioni si parla di "effetti" modesti e non particolarmente impressionanti, mentre secondo altri critici essi sono di altissimo livello tecnico. Per quel che può valere la mia opinione, io li ho trovati efficacissimi e molto coinvolgenti. Per la precisione, vediamo un aereo mentre perde quota e si schianta al suolo sfracellandosi in un delirio di torce umane che invocano aiuto; un convoglio della metropolitana che deraglia impazzito e ferma la sua corsa schiantandosi fragorosamente anche quello, determinando un caos di morti e feriti; e infine una metropoli che viene letteralmente divorata da un'apocalisse di fuoco e fiamme: il tutto rappresentato in modo davvero impressionante. La capacità principale del regista è di mantenere alto per tutto il film questo clima di drammaticità e di pericolo incombente con sufficiente credibilità, spalmando con sapienza un buon livello di tensione su tutta la pellicola. Accennavo prima ad una co-protagonista. Si tratta dell'australiana Rose Byrne, attrice che qui recita con evidente fortissimo impegno, offrendo una performance molto buona e convincente. Oltretutto la Byrne è anche donna dotata di un viso molto bello, impreziosito da tratti delicati e finissimi. Come prima dicevo, la vicenda tutto sommato scorre piuttosto agevolmente, tra un effetto speciale e una fuga in macchina, e, a far da collante, il "faccione" di Cage nella sua solita gamma che contempla solo "il preoccupato" e "l'angosciato". Fino ad una conclusione stupefacente. Lasciatemi dire dunque che, paradossalmente, il film così come può contare su un prologo molto carino e ben realizzato, ci mostra un finale brutto oltre ogni limite. Un finale totalmente asservito ad un'ottica "New Age" che era proprio l'ultima cosa di cui si sentiva il bisogno. Ma come, scusate?! Tutto il film speso a creare una "chiave" di tensione da thriller metafisico...e poi mi risolvi il tutto con una terrificante baggianata New Age in un tripudio di colori accecanti che illuminano lo schermo in una sorta di pacchiano paradiso terrestre?? Riassumendo. Il film è reso un pò più che sufficiente per merito della brava Rose Byrne e degli effetti speciali, e si segue senza troppa noia, se si è disposti a passar sopra alle espressioni (pardon, allA espressionE) del nostro amato bietolone e al discutibilissimo finale. E chiudo con un pensierino del tutto personale. Chissà cosa uscirà dal prossimo film di Herzog: se penso al faccione di Cage affiancato dalla peggiore attrice di Hollywood (Eva Mendes) mi vengono i brividi.
Voto: 6 +

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