Regia di Rachid Bouchareb vedi scheda film
Sarà l’antipatia “violenta” che suscita il personaggio interpretato da (una non simpatica di suo) Brenda Blethyn, l’aleggiare ipocrita dell’ “Ama il tuo nemico (ma solo fintanto che ti sta abbastanza distante)” sopra i canti di chiesa, la scelta di disegnare fisicamente il protagonista maschile esageratamente fumettistica, laddove l’esagerazione di fondo (l’assurdità degli atti terroristici e la disumanità e dis-animalità che tutti contengono) era tutt’altro che divertente, fatto sta che questo “London River” di berlinale consistenza e parziale successo (meritato il premio a Sotigui Kouyaté, indipendentemente dal suo rasta-look) non mi ha impressionato più di tanto. Né l’immagine che da di Londra, città che non ho mai visitato, ma che nel mio immaginifico (e nelle mie limitate conoscenze) è molto diversa da quella qui ripresa. E neppure i grossi “bug” nelle caratterizzazioni dei personaggi (rimando, per questo aspetto, all’analisi fatta dal collega - hihihi, collega!... Digressione: “Sempre-Viva-FilmTV!”- e amico bradipo68 nella sua bella recensione), sebbene l’ipocrisia, la debolezza umana, le sue paure, riescono comunque ad emergere seppure in maniera colpevolmente flebile, asettica, e niente affatto coinvolgente.
Un film sufficiente, a mio parere, e nulla più.
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