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London River

Regia di Rachid Bouchareb vedi scheda film

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La recensione su London River

di FilmTv Rivista
8 stelle

Non ha, Londra, un Ground Zero da rimpinzare per colmarne la voragine, né uno skyline sdentato da rimpiangere quando la si guarda da lontano. Eppure non meno profonda di quella di New York è la cicatrice che la attraversa tutta e che unisce tra loro i punti in cui, quel maledetto 7 luglio del 2005, quattro esplosioni la fecero sussultare. E se entrambe le città hanno cercato di elaborare il lutto attraverso la rappresentazione stessa della tragedia, gli Stati Uniti sembrano preferire i racconti corali, che non disdegnano la denuncia ma nemmeno gli ingombranti effetti speciali (World Trade Center e United 93). La Gran Bretagna, invece, sembra riconoscersi meglio in storie più intimiste, personali, quasi private. È il caso, per esempio, di pellicole come Senza apparente motivo o London River. Protagonisti di quest’ultima, infatti, sono la madre e il padre di due ragazzi scomparsi subito dopo le bombe. Lei, Mrs. Sommers (l’eccellente Brenda Blethyn di Segreti e bugie) è bianca, protestante, britannica di origine fieramente britannica. Lui, Ousmane, è invece nero, africano naturalizzato francese, e per di più musulmano. Nessuno dei due conosce realmente i rispettivi figli, solo che lui ne è consapevole, lei no. Perché Jane e Alì, all’insaputa dei relativi genitori, non solo vivono insieme ma si amano anche. La verità – sconvolgente e destabilizzante – verrà a galla proprio in seguito all’attentato (che come evidenzia bene il regista, Rachid Bouchareb, colpisce gli stessi musulmani) e grazie alle ricerche che i due - in una escalation di ansia e angoscia efficacemente resa - effettueranno. Dapprima individualmente (per la diffidenza di Mrs. Sommers verso il mondo musulmano, con cui d’altro canto il primo contatto è stato il “salam”, cioè “pace”, porto da un vicino di casa); poi, insieme, (sulla falsariga di L’ospite inatteso), quando ormai è evidente come i loro destini siano fatalmente intrecciati. Del resto, il film si era aperto proprio con un salmo di Matteo: «Ama i tuoi nemici e prega per quelli che ti perseguitano».

 

Recensione pubblicata su FilmTV numero 34 del 2010

Autore: Erica Re

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