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London River

Regia di Rachid Bouchareb vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su London River

di laulilla
6 stelle

La solitudine dei genitori e la lontananza dei figli, in un mondo - ieri come oggi - attraversato dalle paure, dalle angosce e dai pregiudizi.

 

La bionda Jane (Alexandra Thyviane) e il nero Alì (Brelotte Sow) sono due giovani che si amano: studiano a Londra, dove vivono nel modesto alloggio di in un quartiere multietnico e frequentano un corso di arabo.

In seguito agli attentati del 7 luglio 2005,  Elizabeth Sommers (Brends Blethyn) – che vive col fratello in una villetta a Guernsey – madre di Jane, di cui non ha da molto tempo notizie, decide di partire per Londra, temendo che  incidentalmente sia stata coinvolta in quegli attentati 

 

Anche Ousmane (Sotiguy Kouiaté),  guardia forestale sul territorio francese e padre di Alì, è preoccupato: il giovane potrebbe essersi fatto trascinare in qualche sciagurato progetto terroristico. Col proposito di riportarlo a casa, dove è rimasta sua moglie per badare al resto della famiglia, decide di partire per Londra.

Si incontreranno nel corso della ricerca Ousmane ed Elizabeth ed entrambi scopriranno che non conoscono affatto quei loro figli lontani.

Aveva visto a Natale Jane, ma mai avrebbe immaginato che studiasse l’arabo; che vivesse con un nero islamico in un quartiere di musulmani; che avesse un padrone di casa (Roschdy Zem) musulmano, il macellaio nel quartiere.

La donna è sgomenta e impaurita: le notizie di Jane sono incerte e si fa più forte il timore che la giovane si sia messa in qualche guaio (l’equivalenza pregiudiziale tra musulmano e attentatore le sembra ovvia).


Molto lentamente Mrs. Sommers riuscirà a vedere con amicizia il nerissimo e africanissimo Ousmane, avvicinandosi a poco a poco a lui e al suo mondo, avendo finalmente compreso che, nelle cose fondamentali della vita, ovvero nell’amore e le preoccupazioni per i figli o nel dolore, uomini e donne sono davvero uguali – qualunque sia il colore della loro pelle – e che solo la pietà e la solidarietà reciproca aiutano a sopportare le angosce, pur nella diversità con cui ciascuno si esprime: si può essere rassegnati di fronte a ciò che è ineluttabile, come Ousmane o non riuscire a nascondere la rabbia, come Mrs. Sommers.

 

Il film, di notevole valore civile, è condotto con discreta cura.
Il regista segue, infatti, attentamente il mutamento che si produce nell’animo di Mrs. Sommers, e crea nello spettatore una certa tensione, dando vita ai due giovani, svelandone a poco a poco gusti, aspirazioni, stili di vita, tanto che si attende con qualche trepidazione di conoscere la loro sorte, sebbene vengano visivamente rappresentati solo attraverso qualche sbiadita fotocopia appiccicata sui muri di Londra…

 

A Sotigui Kouyaté, umanissimo Ousmane, è andato il riconoscimento prestigioso del premio quale miglior attore al festival di Berlino 2009, poco prima della sua morte avvenuta nell’aprile del 2010 a Parigi.

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