Regia di Mario Imperoli vedi scheda film
Dopo l'uscita del Decameron di Pasolini (1971), è noto, sugli schermi italiani fu più o meno tutto permesso; dopo l'uscita di Malizia di Samperi (1973), uno dei filoni maggiormente esplorati fu quello delle relazioni morbose all'interno delle mura domestiche, quando non direttamente incestuose. Fra i tanti sottoprodotti che si incanalano lungo questo percorso fatto di erotismo da quattro soldi e trame solide come barzellette da bar, ecco che si inserisce questo Le dolci zie. Scritto insieme a Piero Regnoli - non esattamente una garanzia di qualità - e diretto senza troppi fronzoli da Mario Imperoli, mestierante giustamente anonimo, Le dolci zie risulta stantio e scialbo fin dal suo esordio, pretestuoso come il resto della storia; l'obiettivo primario del regista e sceneggiatore è chiaramente quello di esporre nudità femminili e generare pruriti nel pubblico, ma a dirla tutta l'erotismo di questa pellicola è troppo grossolano e ridanciano per impressionare seriamente. Forse l'unico motivo per cui l'opera può essere ricordata è per il topless di Marisa Merlini, abbondantemente sopra la cinquantina: una scena memorabile come un trauma d'infanzia. Nel cast anche Femi Benussi, Mario Maranzana e Orchidea De Santis; il protagonista Jean-Claude Vernè è insignificante e destinato a chiudere poco dopo la sua brevissima parentesi lavorativa come attore; musiche tirate via da Nico Fidenco. 2/10.
In un podere immerso nell'entroterra veneto arriva un piacente giovane; a prendersi di cura di lui, in maniera anche troppo zelante, saranno tre zie, due delle quali ben messe e non molto più grandi di lui.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta