Regia di Mario Imperoli vedi scheda film
Divertente commedia sexy, ispirata dalla filosofia antiborghese di Samperi e in particolare del classico Malizia (1973). Sullo sfondo di un ironico ma acceso contrasto ideologico e politico (tra chiesa e falce & martello), un film imperdibile ancor oggi penalizzato dalla censura.
L'adolescente Libero (Jean-Claude Vernè) viene sottratto alla potestà del nonno (comunista incallito, anticlericale per istinto e convivente con Manuela, una ex prostituta) dalle tre bigotte zie della famiglia Chiappalà: la più anziana Fiorella (Marisa Merlini), la graziosa Benedetta (Pascale Petit), e la più maliziosa Ninì (Femi Benussi). In particolare le due più giovani e avvenenti lo accolgono in casa restandone turbate e, al tempo stesso, turbando gli istinti del ragazzo, ormai in piena formazione sessuale.
Il tema è sempre quello già affrontato da Malizia (Salvatore Samperi, 1973), a carattere vagamente incestuoso (anche se il tono prevalente è quello della commedia), qua però moltiplicato per quattro: ovvero dalla De Santis (ex prostituta che convive con il nonno dell'adolescente protagonista di nome Libero) e dalle tre audaci e, al tempo stesso, represse zie. Tra queste ultime si ricordano la solitamente spigliata e sensuale Femi Benussi, sempre in ottima forma e splendida nel rimuovere i vestiti (ma anche nel farli rimuovere, come nella scena del "modello per la scultura") e l'aggraziata (a dir poco) Pascale Petit (indimenticabile quando prende le misure del "cavallo" per i pantaloni di Libero).
Mario Imperoli (1931 - 1977), regista da sempre sottovalutato e mai al centro di rivalutazione da parte della critica più o meno ufficiale, ha saputo dare al film un taglio unico ed indimenticabile: dal sapore classico (lo scontro perenne e ideologico tra il vecchio ateo comunista e il prete interpretato dal simpatico Pupo De Luca rimanda ovviamente al duo di eterni rivali Peppone e Camillo) e dall'erotismo implicito, costituito da dialoghi malandrini e doppi sensi ripetuti (la seduta spiritica con evocazione dell'anima del Patacchi; la scena della forchetta che spinge la Benussi a cercare una parola che inizi per "effe"; Libero che posa nudo mentre una zia ne fa una scultura e l'altra lo spia dalla finestra; la seduta spiritica con i vari "colpi & tocchi" sui corpi ansiosi delle giovani ziette, ecc.).
Imperoli, già regista dei sottovalutati Blue jeans (1975) e La ragazzina (1974), con Le dolci zie anticipa - in virtù del suo carico di umorismo abbinato a una forte dose di sensualità - l'imminente filone delle "commedie sexy" dirette da Mariano Laurenti, Michele Massimo Tarantini e Sergio Martino. Una pellicola simpatica, diretta senza quelle mediazioni accomodanti di patetico moralismo che sono tipiche del cinema d'autore, quindi privo di ipocrisia e decisamente audace per l'epoca, tanto da subìre le attenzioni della censura che ancora oggi ne penalizza la diffusione integrale, facendola circolare in copia devastata, privata di ben oltre quindici minuti (!). Ad esempio su "Amazon Prime" (corrispondente all'edizione in dvd) il film di Imperoli è disponibile in versione CUT, fermandosi a soli 85'18". Una delle copie più prossime all'integralità (tagliata nella scena conclusiva dello svèzzamento di Libero eseguito con gioia da Manuela/De Santis) è quella diffusa nel lontano 2008 dall'emittente 7 Gold, che arriva al metraggio di 99 minuti.
La colonna sonora del film, oltre alla partitura di Nico Fidenco (Patrizia), ospita un brano del periodo: La strada era bella degli UT.
Venga a prendere il caffè... dalle dolci zie
Fatte le debite distinzioni (per artistica qualità) è da segnalare la somiglianza del plot con il precedente film di Lattuada: Venga a prendere il caffè... da noi (1971).
Ispirata dal romanzo di Piero Chiara, la pellicola di Lattuada propone, nella figura del maturo Emerenziano Paronzini (uno strepitoso Ugo Tognazzi), l'amante coccolato da tre sorelle (con aggiunta di cameriera) destinato a paralisi per eccessivo stress sessuale.
Citazioni
Ninì (Femi Benussi) annuncia alla sua allieva di musica il programma della lezione: "Oggi proveremo ad eseguire i brani di Boccherini e Segovia, in silenzio e con mano leggera."
"Spirito di Patacchi, se ci sei batti un colpo... o almeno facci sentire un tocco." (Femi Benussi durante la seduta spiritica)
"Se ai tempi di Enrico Berlinguer ci fossero stati i social e lui vi avesse dato ascolto, non avrebbe mai fatto la proposta del compromesso storico." (Sergio Chiamparino)
F.P. 29/05/2021 - Versione visionata in lingua italiana (durata: 99')
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