Regia di James Isaac vedi scheda film
Una bella idea iniziale, quella di Skinwalkers, che in un'epoca di licantropi sexy e vampiri smidollati ci riporta nella giusta direzione: quella del lupo mannaro(o solo lupo che sia) come metafora della bestia interiore. Gli skinwalkers del film perdono il controllo sulla propria umanità, trasformandosi in belve capaci di dimenticare persino la famiglia, o di uccidere i propri figli; nutrirsi di carne umana e seguire ogni loro impulso sessuale ed aggressivo. Anche la trama centrale, basata su rapporti familiari distorti ed inespressi regge abbastanza bene il gioco, per quanto Isaac manchi del fegato necessario per arrivare ad essere davvero viscerale e ferino, sprecando alcune buone occasioni(come il contrasto tra il personaggio di Behr e la moglie od il fratello, che poteva suggerire svolte da tragedia Shakespeariana molto insolite per un film horror, ma che in pratica si traduce in qualche scontro fisico e verbale poco incisivi). L'intenzione, alla fine, non ha corrispondenza nel risultato, che è sufficiente soprattutto grazie alla presenza di un buon cast: Koteas, sempre bravo e sprecato; Rhona Mitra, che fin dai tempi di "Nip e Tuck" dimostrava un fascino inusuale da "donna fiera e sensuale", e Jason Behr, che rimane un attore fortemente discontinuo: di certo bellissimo(e qui lo stile selvaggio gli si addice) è tuttavia capace di passare senza apparente motivo da prove attoriali di una mediocrità inusitata(come in Roswell), ad altre davvero buone e convincenti(sopratutto in Senseless o Rites of passage di Salva).
Niente di memorabile, ma molto meglio di tanti altri sotto-prodotti stucchevoli od iper-moralisti.
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