Regia di Luigi Comencini vedi scheda film
La messa in scena televisiva appiattisce lo sviluppo di un racconto che si muove tra una attendibile ricostruzione d'ambiente, che l'autore ribadirà nel successivo 'Un ragazzo di Calabria', ed una retorica della nostalgia che ripiega più volte nel patetico.
Preoccupati di accasare la figlia unica già trentenne ma ancora nubile, un possidente terriero e la moglie decidono di darla in moglie ad un giovanotto di bella presenza introdotto da un sensale. La ragazza acconsente di buon grado, ma presto l'uomo rivelerà la sua vera natura dissoluta e infingarda.
Primo episodio della serie per la televisione 'Dieci registi italiani, dieci racconti italiani', prodotta dalla RAI e ispirata ad altrettanti racconti di autori nostrani. Qui il soggetto è tratto dall'omonimo libro dello scrittore Mario La Cava, cantore della vita e della società contadine nella Calabria degli anni '30, che Luigi Comencini, Massimo Patrizi e Cristina Grifeo ambientano in un borgo rurale degli anni '50. La messa in scena televisiva appiattisce lo sviluppo di un racconto che si muove tra una attendibile ricostruzione d'ambiente, che l'autore ribadirà nel successivo 'Un ragazzo di Calabria', ed una retorica della nostalgia che ripiega più volte nel patetico. Le intenzioni sono buone, compresa l'illustrazione di un retroterra sociale legato ad una dimensione economica che prevarica sentimenti e aspirazioni di una giovinezza posta di fronte all'ultima possibilità di riscatto dall'eremo patriarcale, ma l'andamento episodico, l'esilità dei caratteri e la convenzionalità dei dialoghi restituiscono un prodotto artisticamente povero di contenuti. Le musiche di Manuel De Sica e la fotografia di Claudio Ragona assecondano bene la natura bozzettistica del racconto morale. Anna Melato più a suo agio come interprete musicale o doppiatrice, cede il passo alla procace bellezza di una florida e meno imbambolata Clelia Rondinella.
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