Regia di J. Searle Dawley vedi scheda film
Un bozzetto di vita vissuta, in cui la scoperta scientifica è oggetto di pensiero e di emozione, e il "mostro" è un personaggio totalmente umano. Il film è un'antologia di momenti, tratti dalla storia personale del dottor Frankenstein e rappresentati come tappe della sua evoluzione interiore, dallo slancio ardimentoso e un po' ingenuo con cui si butta nell'esperimento, fino alla scoperta dell'amore (nella figura della sua sposa) e del suo contrario (nella figura del malefico ominide). Il principale strumento narrativo è lo sguardo rivelatore: questo, per lo spettatore, è l'obiettivo cinematografico che si apre come un sipario sulle varie situazioni raccontate, mentre, per il protagonista, è la finestrella della paratia attraverso cui egli vede compiersi il sinistro prodigio, o lo specchio in cui la sua immagine si confonde con quella della sua orrida creatura. Sono questi gli istanti in cui si manifesta la morale della storia: "vedere" il risultato del proprio agire è imparare a conoscersi, perché la realizzazione di un progetto equivale a un moto dell'animo che si materializza e si fa concreto.
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