Regia di Jack Pollexfen vedi scheda film
Insostenibile pastrocchio scritto, interpretato e girato in maniera tale che definire approssimativa è un eufemismo. La visione produce un'agonia che si protrae, senza soluzione di continuità, per oltre un'ora (lunga un giorno o anche più)...
Benton (Lon Chaney Jr) dopo essere stato assoldato da una banda di criminali per la quale ha compiuto una rapina viene tradito e lasciato nelle mani della giustizia. Dopo l'esecuzione capitale il suo cadavere finisce tra le mani di un medico senza scrupoli che lo riporta in vita mediante scariche elettriche. Benton, reso indistruttibile dal trattamento "scientifico" non può più pronunciare parola, ma la sua mente "rediviva" lo guida alla ricerca disperata di vendetta.
67 minuti che sembrano altrettante ore. Pur se considerato e quindi collocato all'epoca di realizzazione (1956), Indestructible man (titolo originale meno interessante di quello attribuito alla versione italiana) è roba che ha sicuramente fatto venire il latte alle ginocchia agli sventurati spettatori (anche ai più tolleranti) che lo hanno subito.
Siamo di fronte ad una pellicola diretta da un cineasta -tale Jack Pollexfen- che ha all'attivo solo un'altra regia (Dragon's gold) oltre a questa (e non siamo affatto curiosi di vederne i risultati).
L'uomo che uccise il suo cadavere (e non state a chiedervi il senso del titolo, perché non c'è) non solo è mal girato, peggio interpretato (pure da un Chaney ormai evidentemente in declino) e terribilmente diretto, ma anche sul versante narrativo, come sceneggiatura, rasenta livelli di rara bruttezza. Quasi per tutta la durata del film, per chiarire gli avvenimenti, una voce "over" descrive (a mò di narratore) lo svolgersi della storia.
Prodotto evidentemente ispirato dalla figura del dottor Frankenstein -riposta nel personaggio del medico che sperimenta su cadaveri con scariche elettriche- caratterizzato da bruttissimi dialoghi, ridicoli inseguimenti e indescrivibili espressioni degli interpreti al punto che più volte la visione del girato suscita lunghissimi sbadigli, evidente sintomo di noia perdurante.
Non ci si affeziona ai protagonisti, non ci si interessa alla storia e, soprattutto, non c'è nulla che smuova emozione sia come dramma, commedia o, men che meno, horror.
Pur meritevole dell'oblio più totale, L'uomo che uccise il suo cadavere é invece stato distribuito in Dvd nel catalogo Golem (serie Cineclub horror), label che ci mette del suo per renderlo ancora più inguardabile per formato -stando ai dati tecnici dichiarati- 1.37:1 (ma che roba è?) e riversato con difetto di compressione tanto che le immagini appaiono scattanti quando la telecamera si muove. Pure la sinossi in retro della cover è messa giù in malcelata maniera approssimativa (del protagonista si legge che viene "fritto sulla sedia", ma di fatto la condanna a morte avviene per iniezione).
Come prendere seriamente una edizione che definisce un prodotto simile (tutt'al più drammatico) "raro horror con Lon Chaney Jr"?
Pur apprezzando le iniziative Golem di riportare alla luce titoli rari e sconosciuti, credo sia doveroso segnalare anche operazioni confuse e chiaramente commerciali come questa...
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