Regia di Elissa Down vedi scheda film
La diversità, così com’è quando è totalmente immersa nella normalità: quella di una famiglia media australiana, con un ragazzo autistico, un altro figlio adolescente, ed un bambino in arrivo. Charlie, con la sua incapacità di comunicare ed il suo comportamento asociale, è un attrito che ostacola continuamente l’andamento della vita quotidiana; ed è un dolore permanente, che risuona con l’intensità del dramma tra le pareti domestiche, e suscita imbarazzo nell’ambiente esterno. La lotta che Charlie intraprende con un mondo che non riesce a fare suo si trasferisce su coloro che gli stanno accanto, diventando una disperata battaglia per contenere gli effetti di una sofferenza incomprensibile, che nessuna disciplina sembra in grado di controllare. Il costante sforzo educativo dei suoi genitori, che sembra teso a contenere l’incontenibile, non è, però, un tentativo di mascherare la realtà, di costruirsi la finta speranza di un recupero. È, invece, l’impegno – che si rinnova giorno dopo giorno - a realizzare, dentro sé, in Charlie e in tutti gli altri, l’obiettivo dell’accettabilità, che consiste nel riportare, con un intervento attivo ed una ferma volontà, ogni incidente dentro i confini del possibile e del sopportabile. Thomas, il fratello di Charlie, è troppo giovane ed accecato dalle passioni adolescenziali per comprendere gli esatti termini della sfida: per lui la salvezza può provenire solo dalla coercizione, dalla segregazione, che sottraggano Charlie agli occhi e al giudizio di una società a cui, di fatto, non appartiene. La sua tristezza per la malattia del fratello è tutt’uno con la sua vergogna per quell’essere così selvaggio ed imprevedibile, che, anche di fronte agli estranei, diventa spesso molesto o addirittura violento. Charlie è, per lui, la parte impresentabile del sangue del suo sangue, che egli sente di dover ad ogni costo nascondere alla ragazza di cui è innamorato. Quell’ingombrante fratello, che nasconde in sé una micidiale miscela di vizi infantili e pulsioni puberali, è di fatto una bomba ad orologeria, capace di esplodere da un momento all’altro, seminando terrore e scandalo. Ed ha, nella sua immaginazione, l’aspetto di un palloncino nero, dai contorni sfumati, in cui è racchiuso un misterioso contenuto di pensieri e visioni, di cui vorrebbe tanto possedere la chiave.
Elissa Down, giovane regista esordiente, imprime, a questo suo primo lungometraggio, un realismo senza compromessi, eppure girato alla luce del sole, immerso nell’atmosfera tipica dei telefilm di stampo familiare o adolescenziale. In questa pellicola convivono la vita come dovrebbe essere e la vita com’è: una parvenza di serenità faticosamente costruita, dentro cui piomba, all’improvviso, la tragica evidenza di un problema ineliminabile.
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