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La dura verità

Regia di Robert Luketic vedi scheda film

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La recensione su La dura verità

di mc 5
2 stelle

"Parental Advisory: Explicit Content". Conoscete questa formuletta? E' ormai nota, nel suo catteristico logo, in quanto contraddistingue le copertine di molti CD, soprattutto di hip hop, ed ha la funzione di mettere in guardia chiunque manovri quel materiale sulla possibilità di incorrere in parole molto esplicite e volgari. Ecco, io metto ora quella frasetta come incipit a questa mia recensione, nel corso della quale temo dovrò far ampio ricorso a parolacce e termini assai di bassa lega. Devo farlo, in quanto unico approccio possibile ad un film il cui stile è impregnato, intriso e imbevuto di volgarità, sia a livello di linguaggio sia -soprattutto- a livello concettuale. Oddiomio, Apatow sta diventando un incubo, si direbbe che stia dettando la linea ad una nuova generazione di cineasti e di sceneggiatori di Hollywood...Infatti ricordo che la prima volta che vidi questo trailer, in preda al voltastomaco, mi dissi certo che in qualche modo doveva per forza entrarci il regista/produttore più sopravvalutato del globo, il temibile Judd Apatow (che detesto da sempre). E non mi rassicurò per niente apprendere che l'orrido Judd non era della partita, perchè -Apatow o non Apatow- lo stile era il SUO, la visione dell'essere umano e del mondo che scaturivano da quel trailer recavano la SUA evidente influenza. Sono ampiamente convinto che ricorrendo alla volgarità è difficile sbagliare, facendo appello alle sensazioni "di pancia" (anzi nel nostro caso di "sottopancia") della gente è impossibile non cogliere nel segno. E' ormai la ricetta riconoscibilissima di un cocktail micidiale quanto infallibile che sta alla base del successo di certe commedie americane: 2/4 di visione del mondo barbarmente cinica e volgare, 1/4 di comicità greve ma sapientemente espressa in forma allegra e leggera, e infine 1/4 di romanticismo ordinario, giusto per diluire. Ed ecco servita la bibitona superalcolica che farà ubriacare un popolo di giovani buoi pascolanti nei verdi prati delle multisale. Sarò franco e diretto: è uno dei film più spregevoli, fasulli e idioti che abbia mai visto in vita mia. E poi non sai neanche bene con chi prendertela, oppure puoi andare per esclusione. Con Katherine Eighl? Direi di no, povera star bionda e grandissima gnocca...lei non ha colpa, se non quella di impersonare un ruolo femminile finto, inverosimile, antipatico. Ce la prendiamo allora con Gerard Butler? Ma nemmeno con lui, attore sì con qualche limite espressivo ma tutto sommato versatile, qui colpevole solo di rappresentare il ruolo di una grandissima testa di c***o. Allora il regista? ma no, lui al massimo ha la colpa di aver coordinato la rappresentazione di una storia di m***a. Eccole!! Le ho trovate le vere responsabili di questa aberrazione di film! Sono le tre donne (TRE!!) che hanno scritto a 6 piedi quest'oscenità di sceneggiatura. Come minimo meriterebbero di essere sodomizzate con furore, giusto per attenerci ai canoni del loro simpatico immaginario birichino...Sentite: questo film mi ha irritato pesantemente, mi ha causato bruciori di stomaco, e mi ha fatto -idealmente- ca**re...per cui mi domando perchè sono ancora qui a scriverne. Allora, giusto perchè in giro c'è tanto buon cinema cui dedicare il mio tempo, taglio corto e vado a formulare la sintesi finale del mio giudizio su questa m***a che qualcuno ha osato definire un film. Il concetto di base è: "ma c'era proprio bisogno di sceneggiare e mettere in scena una schermaglia pretestuosa, finta e ridicola, fra una donna (fra l'altro una bionda super bonazza che è incerta e impacciata con gli uomini...ma quando mai?!?!) e un uomo che c'ha (come si dice dalle mie parti) "la f**a nella testa"...c'era proprio bisogno -stavo giusto argomentando- di scrivere questa commediola di minchia per esprimere il concetto che l'uomo vive solo per la f**a e la donna vive solo per il c***o?". E che tutto il resto sono solo sovrastrutture mentali per frigide e finocchi? E che la fase primaria di comunicazione fra un uomo e una donna che si incontrano per la prima volta deve necessariamente transitare attraverso quella specie di Atto della Fede che prende il nome di "pompino"?. Ma -Cristo Santo- io questi supremi concetti li ho respirati a pieni polmoni durante quei fottuti 12 mesi di servizio militare (prestati in anni ormai lontani presso una caserma di Bari) e adesso me li devo sorbire di nuovo in questa inqualificabile commediola, dopo che, una volta lasciate alle mie spalle le mura di quella fottuta caserma ho speso gli anni successivi a cercare di migliorare quel cavernicolo che il "militare" aveva fatto di me?! Dunque, se è vero che ogni opera artistica sottende un messaggio, quello che possiamo riconoscere in questo film è riconducibile ad un antico motto della civiltà contadina: "Tira più un pelo di f**a che un carro di buoi". Stringi stringi questo, e nessun altro, è il pensiero alto che guida le complesse e articolate dinamiche di questa pellicola. Se poi posso esprimere un giudizio su tutto questo, mi permetto di affermare che un film che racconta questi concetti, indipendentemente da come è recitato e diretto, mi fa comunque ca**re. Già odo levarsi la voce del solito pirla: "maddai, è solo un film fatto per divertirsi, una commedia per ridere!!". Allora, chiunque tu sia, ascolta qua: questa, IN REALTA', è una vergognosa FURBATA (in linea con una politica aggressiva e vincente che parte dagli uffici marketing di Hollywood) che rientra in una nuova ondata di commediole americane tutte di grana grossa che si propongono di vellicare gli istinti primitivi dei giovani divoratori di popcorn. Nel film vediamo sfilare una serie di gag (quella delle mutande vibranti le batte tutte e fa quasi crollare la sala dalle risate del popolo bue) che invocano la condanna ai lavori forzati per quelle tre Signore Einstein delle già citate sceneggiatrici. Per tacere poi dei doppi sensi da caserma (azzz il tema della caserma eccolo che ritorna!) e dei giochini verbali allusivi che stenderebbero anche un cavallo tanto sono scemi. Eppure una cosa bella, alla fine, c'è, a pensarci bene. Che domani andrò a vedere un altro film, e che, dopo questa INFAMITA' di pellicola, mi sembrerà ancora più bello. Per la precisione si tratta di "500 giorni insieme" di Marc Webb: a quanto ho letto, sarà anche quella un'altra storia d'amore, ma stavolta sarà qualcosa che attiene ai sentimenti e alle debolezze degli esseri umani. Non una barzelletta di cattivo gusto lunga 96 minuti. 
Voto: 1

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