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Path to War - L'altro Vietnam

Regia di John Frankenheimer vedi scheda film

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La recensione su Path to War - L'altro Vietnam

di Dom Cobb
8 stelle

Le realtà cinematografiche e televisive statunitensi sono ben diverse dalle nostre. Oltreoceano cinema e televisione si confondono tra loro sempre più spesso, con attori ed autori del grande schermo che propongono prodotti che, per freschezza di idee e solidità d'esecuzione, altrettanto spesso hanno da insegnare al cinema stesso, impantanato in film sempre più grandi, costosi e decerebrati. "Boardwalk Empire" di Martin Scorsese e "Luck" di Micheal Mann, in tal senso, sono due prodotti modernissimi ed ambiziosi. In Italia, invece, siamo ormai assuefatti alle fiction buoniste ambientate nelle borgate della Roma-bene, oppure a quei micidiali polpettoni romantici in costume ottocentesco. Il confronto con le opere citate sopra è impietoso, ovviamente. "Path To War" è un film girato per la TV via cavo HBO (altra realtà da noi praticamente assente); ultimo lavoro nella lunga filmografia di John Frankenheimer, descrive gli anni del mandato presidenziale di Lyndon Johnson, forse uno dei Presidenti recenti di cui il cinema si è occupato di meno. Era già apparso in forma un po' caricaturale nel film "Uomini Veri" (in quel caso era interpretato da Donald Moffat), ma è solo con questa opera che viene sviscerato più approfonditamente il suo lavoro. Dalla prosecuzione, almeno in parte, della politica di Kennedy, con il progetto della Great Society (per l'integrazione della popolazione di colore), poi sfociato nelle manifestazioni e negli scontri dopo gli omicidi di Martin Luther King e Malcom X, alle scelte politiche indecise sull'intervento in Vietnam e, di conseguenza, allo scoppio vero e proprio della guerra su quel fronte. Quindi, viene descritta la storia di questo Presidente (anche come uomo), che si interseca con la Grande Storia di quegli anni: temi importanti, sempre attuali. Non si sente affato l'origine televisiva del film, anzi, mi ha colpito proprio "l'ampio respiro" dato alla ricostruzione dei fatti, alle dinamiche e alla messa in scena, proprie di opere destinate anche al grande schermo. Frankenheimer è sempre stato un regista energico, a suo agio con copioni di azione e/o tensione: Path To War, difatti, non è un mero pamplet politico, chiuso, statico ed ambientato solo all'interno delle stanze del potere, ma ha un suo dinamismo, dove l'azione è costituita proprio dalla cronaca dei fatti: da questo punto di vista ripercorre le orme di altri film del genere, quali "Insider" di Michael Mann e "Thirteen Days". Cast di stampo soprattutto cinematografico: facce giuste al posto giusto. Michael Gambon è un attore di consumata esperienza, che mette in scena un Lyndon Johnson uomo di potere comunque legato alla moglie Lady Bird Johnson (Felicity Huffman), sua "consigliera" di famiglia. Nel cast ci sono, tra le figure di maggior spicco, Donald Sutherland, Alec Baldwin nel ruolo del Segretario Della Difesa Robert McNamara e Gary Sinise nel ruolo dell'avversario politico di Johnson, anch'egli Democratico, George Wallace. Ma la lista è ancora molto lunga, composta da molti caratteristi di lungo corso, professionisti che, nel corso di questi anni, hanno arricchito il cast di molti film. Ultima nota: personalmente, ho conosciuto questo film grazie ad una fortuita visione, anni fa, in piena notte, su Fuori Orario; poi il buio assoluto: non mi pare sia stato più riprogrammato in televisione e, naturalmente, non esiste, almeno qui da noi, alcuna edizione home video. Niente di nuovo sotto il Sole; teniamoci le nostre famigerate fiction, così siamo tutti più felici.

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