Regia di Gabor Csupo vedi scheda film
Dal romanzo per l’infanzia di Elizabeth Goudge, Il cavallino bianco (al quale la Rowling dice di essersi ispirata per alcuni elementi di Harry Potter), il regista di Un ponte per Terabithia, ricava una pellicola con protagonista la bambina della Bussola d’oro. Produzione europea girata in Ungheria – e quindi con scena madre sulla scogliera rivolta verso un mare interamente digitale –, Moonacre. I segreti dell’ultima luna è proprio quel che ci si aspetta: un fantasy al risparmio e maldestramente rivolto a un pubblico di bambine con annoiati genitori al seguito. Protagonista della storia, ambientata nel diciannovesimo secolo, è la neo orfana Maria, che va ad alloggiare in una remota e decadente magione, minacciata da briganti nerovestiti, dove si scopre destinata a sollevare un’antica maledizione, che grava sulla sua casata da ormai diversi secoli. L’assenza di originalità nelle fiabe è un falso problema e a fare davvero la differenza è la cura di dettagli, caratteri, sviluppi e messa in scena, tutti elementi qui carenti. Il copione è poverissimo, i personaggi sono pure funzioni narrative e l’umorismo è delegato alla domestica ruttomane e al pasticcere nano, che si muove in fastforward. A confronto, il pur mediocre Terabithia era un capolavoro...
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