Regia di Silvana Maja vedi scheda film
Un ritratto di una sconosciuta artista napoletana, per cui la regista si è impegnata al massimo per dare visibilità, ma riuscendo anche a dare credibilità alla sua operazione cinematografica, grazie anche alla partecipata rappresentazione della Saponangelo, che conosciamo bene, ma che qui va oltre ogni pensiero. Il discorso dell'arte maledetta non è un discorso nuovo per il cinema, ed in special modo dell'arte al femminile, e qui in un momento cruciale della nostra cultura a cavallo fra gli anni '50 e '60. Il film parte già da un'analisi concreta fatta dalla regista avendo prima scritto un libro sull'argomento, grazie alla collaborazione del figlio della pittrice, che le ha ceduto i diari della madre. Una grossa guerra intima di una donna con i suoi sentimenti e la sua arte; viene fuori benissimo la ricerca di una tranquillità familiare,anche se forzata, per poter gestire la sua vita artistica, ma inevitabilmente la scelta fatta a tavolino non funziona e la personalità si scinde e si disgrega in maniera drammatica. Una sofferenza non capita dalla famiglia e dalla società, ancora distante da certe scelte che una donna di talento poteva fare, ma diciamo pure che anche per un una donna, la cosa non è molto migliorata e forse la colpa non è del tutto al maschile.
Una storia fra arte e umanità, difficile a vivere, e realizzata con delicatezza espressiva
Debutto più che maturo, assolutamente lontana dai problemi di un'opera prima
Davvero immensa, peccato che il cinema normale si sia poco accorto di lei.. ma dove guarda??
Un po ' troppo imbracato
Personaggio sfuggente
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