Regia di Costa-Gavras vedi scheda film
Verso l'Eden vuole essere una parabola sulla libertà e, fondamentalmente, pure sulla fantasia, simboleggiata dalla bacchetta che nel finale il mago consegna ad Elias; scaltramente propone situazioni popolarmente note che ritraggono la vita difficile del clandestino, senza quindi approfondire eccessiamente, e tuttavia pecca qualche volta di inverosimiglianza (ad es. una donna che raccoglie un barbone per strada, lo porta a casa, lo veste con la giacca del marito morto e lo lascia lì così sul pianerottolo, mentre i vicini passano preoccupati per le scale). Al di là di questi dettagli su cui pure si potrebbe sorvolare, c'è da dire che, purtroppo per noi, il monoespressivo Scamarcio un attore non lo è e difficilmente potrà mai diventarlo; ha imparato a contenere i danni, ecco, quello sì: ma a recitare si dubita che potrà mai imparare. La sua 'fiabetta' (ci sono un eroe candido, un percorso accidentato, i 'nemici' e gli 'amici') si conclude con un finale apertissimo: che ne sarà di questo ragazzo appena approdato all'Eden delle sue fantasie? Una bacchetta magica ce l'ha, ma la lezione che ha imparato lo porterà a contare più probabilmente sulla sua testa e sulle sue capacità, che sulle parole, le promesse, le idee. Appena insufficiente, 5 e 1/2.
Un giovane clandestino sbarca in Grecia; da lì parte la sua odissea, fra lavori, spostamenti ed incontri più o meno fortunati, verso la meta che si è prefissato: raggiungere un amico prestigiatore a Parigi.
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