Regia di Davide Manuli vedi scheda film
«Ho trovato il giusto tono, sono buono, sono buono!». Il mantra degli Skiantos è anche la frase simbolo del geniale Beket di Davide Manuli - nel cast anche Roberto “Freak” Antoni - già autore del bel Girotondo, giro attorno al mondo. E lo spirito del film è forse un’altra strofa di Sono buono, quel «qualche volta io mi cerco la rivolta ogni tanto poi mi sento molto stanco», che fotografa l’Aspettando Godot di una terra sarda lunare e lunatica. Freak e Jajà (Luciano Curreli e Jérôme Duranteau) aspettano il bus che li porti a Godot, noi i loro dialoghi surreali e la fantasia di un regista talentuoso e “selvaggio”. Solo 13 giorni di set, bianco e nero e fotografia da manuale, un road movie a passo d’uomo tra mariachi, Adamo ed Eva e gli agenti 06 e 08 (Fabrizio Gifuni e Paolo Rossi), jolly che sovvertono il gioco già capovolto di un film orgogliosamente assurdo. Manuli si ispira a un Beckett scorretto fin dal titolo, ma anche a Ciprì e Maresco, è figlio di molti, ma è sempre altro. Manuli non segue regole, solo la sua (po)etica, usa bravi attori, parole e immagini come tasselli di un puzzle sempre diverso. Trash, ironia, dissacrazione, politicamente scorretto, cinefilia. Tutti insieme appassionatamente.
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