Freak e Jajà si trovano in una terra di nessuno, senza data né tempo. L'uomo non abita più il pianeta. Solo qualche strano personaggio sopravvissuto appare raramente. I due protagonisti si incontrano a una fermata del bus in mezzo al nulla, senza conoscersi. Il bus arriva, ma non si ferma. Era il bus che portava a Godot, il Dio che si è manifestato al di là della montagna sotto forma di sonorità musicale. Avendo perso il bus, Freak e Jajà decidono allora di cercarlo a piedi. Iniziano così un viaggio che farà loro incontrare i bizzarri personaggi che abitano questa landa. Troveranno un mariachi cantastorie, due attori che recitano Adamo ed Eva in mezzo a un lago salato, un bambino che sembra il “magico” portavoce di Godot, un oracolo che vive sulla torre d'estrazione di una miniera abbandonata... e infine una ragazza solitaria che vive sulle rive di un mare.
Note
Manuli si ispira a un Beckett scorretto fin dal titolo, ma anche a Ciprì e Maresco, è figlio di molti, ma è sempre altro. Manuli non segue regole, solo la sua (po)etica, usa bravi attori, parole e immagini come tasselli di un puzzle sempre diverso. Trash, ironia, dissacrazione, politicamente scorretto, cinefilia. Tutti insieme appassionatamente.
Due uomini in una terra desolata perdono l’autobus, un autobus che vola in cielo. Chissà forse in paradiso. Jajà dall’accento sardo e Freak dall’accento francese vagano come in un limbo in attesa di Godot cioè Dio. Una vecchia Panda con un teschio sul cofano e 06 sullo sportello destro li raggiunge, all’interno c’è l’agente 06 uno… leggi tutto
In un universo lunare, è soltanto l’uomo a testimoniare l’esistenza della realtà. Lo fa con poche azioni o parole, magari prive di senso. Anche l’assurdo, infatti, è un modo per dimostrare la vitalità del pensiero; ed i personaggi di Samuel Beckett lo trasformano nel suono ripetitivo di un lamento, di un urlo di protesta contro la condizione di… leggi tutto
Il film più brutto che abbia mai visto al cinema (e ne ho visto a migliaia). Noiosissimo e bruttissimo. Se per cinema d'"autore" vanno intesi quei film che fanno venire voglia di scappare dal cinema o di dormire (quando la notte precedente hai dormito più di 10 ore) allora questo è il migliore.
I registi non possono continuare a pensare a loro stessi, talvolta devono anche avere rispetto… leggi tutto
In un universo lunare, è soltanto l’uomo a testimoniare l’esistenza della realtà. Lo fa con poche azioni o parole, magari prive di senso. Anche l’assurdo, infatti, è un modo per dimostrare la vitalità del pensiero; ed i personaggi di Samuel Beckett lo trasformano nel suono ripetitivo di un lamento, di un urlo di protesta contro la condizione di…
Girato tra la Sardegna e l'Umbria, il film di Manuli è stato autorevolmente definito «una Via lattea post punk». Ovviamente, il rimando più diretto ed esplicito è ad Aspettando Godot di Beckett, richiamato, in versione riveduta e corrotta, nel titolo e nell'epigrafe finale. Ma i rimandi e le citazioni sono plurimi (a Laurel & Hardy, a Ionesco, ma anche alla…
La storia di due personaggi Jajà e Freak, il primo ha vissuto una vita dissoluta fatta di alcool e droga(più volte in galera), il secondo ha vissuto una vita solitaria, triste, infelice con molte amarezze(così si spiega il suo carattere ostico). Al momento si trovano in un limbo spazio/temporale in attesa di qualche cosa che deve da accadere ma non accade. Il limbo è una landa desolata…
Ecco le prime foto (ufficiali e non) tratte dal set blindato de "La leggenda di Kaspar Hauser". Rilettura del capolavoro di Werner Herzog che Davide Manuli… segue
Rilettura di Aspettando Godot di Beckett in chiave moderna: fotografia chiarissima e lucidissima in una natura spoglia e semi-disabitata, intermezzi molesti di musica techno ed una serie di personaggi strambi, portatori ciascuno della propria verità e, probabilmente, nessuno di una sola Verità. Cosa funziona: appunto la fotografia (Tarek Ben Abdallah), pesantemente debitrice degli…
Due uomini in una terra desolata perdono l’autobus, un autobus che vola in cielo. Chissà forse in paradiso. Jajà dall’accento sardo e Freak dall’accento francese vagano come in un limbo in attesa di Godot cioè Dio. Una vecchia Panda con un teschio sul cofano e 06 sullo sportello destro li raggiunge, all’interno c’è l’agente 06 uno…
Delusione, da parte di uno dei film indipendenti italiani più strombazzati degli ultimi anni. Capisco il voler rompere certi schemi, capisco l'anarchìa, sono avvezzo a cose peggiori, ma qui il tutto è quasi irritante. Lasciamo perdere Bunuel, per favore. Ah, colonna sonora orripilante, che non aiuta. E ho dovuto anche comprarlo per poterlo vedere. Amen.
Il film più brutto che abbia mai visto al cinema (e ne ho visto a migliaia). Noiosissimo e bruttissimo. Se per cinema d'"autore" vanno intesi quei film che fanno venire voglia di scappare dal cinema o di dormire (quando la notte precedente hai dormito più di 10 ore) allora questo è il migliore.
I registi non possono continuare a pensare a loro stessi, talvolta devono anche avere rispetto…
Ricerca della felicità individuale, fughe da realtà invivibili, esodi di massa in presenza di circostanze drammatiche. L'uomo si mette in movimento, spesso con dolore a volte con gioia e speranza, e lascia la sua…
«Ho trovato il giusto tono, sono buono, sono buono!». Il mantra degli Skiantos è anche la frase simbolo del geniale Beket di Davide Manuli - nel cast anche Roberto “Freak” Antoni - già autore del bel Girotondo, giro attorno al mondo. E lo spirito del film è forse un’altra strofa di Sono buono, quel «qualche volta io mi cerco la rivolta ogni tanto poi mi sento molto stanco», che…
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