Regia di Thor Freudenthal vedi scheda film
Toh, una sorpresina vietata ai maggiori di anni 12! Infatti tra i generi il più sbertucciato è il film “per famiglie”. Impresa davvero improba realizzare un buon prodotto nel genere in cui maggiormente si insulta l’intelligenza (dopo il porno...) spacciando tale prassi come divertimento adatto, appunto, a tutta la famiglia. Eppure Hotel Bau fa eccezione. Due orfani, sbatacchiati da una coppia di genitori disfunzionali all’altra, il cui unico amico è un assistente sociale, organizzano nel loro quartiere un inventivo rifugio per cani randagi. I senza famiglia accolgono altri senza famiglia e formano la loro... famiglia. Il tutto innervato nella classica parabola del perseguimento della felicità che coincide inevitabilmente con un progetto imprenditoriale volto a esaltare la creatività del singolo teso al bene comune. La famiglia dunque come fulcro dello spirito inevitabilmente buono del capitalismo: perché solo una famiglia funzionale può garantire un capitalismo funzionante. Che poi alla coppia di sfatti rocker spetti il ruolo dei tradizionali Rottenmeier è un curioso segno quasi “houellebecquiano”. Hotel Bau, proprio come i film Disney di una volta diretti da Norman Tokar, Vincent McEvvety o Robert Stevenson, diverte senza ferire.
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