Regia di Henry Selick vedi scheda film
A ben 16 anni di distanza da The Nightmare Before Christmas, Henry Selick torna all’animazione pura (dopo gli ibridi James e la pesca gigante e Monkeybone) con Coraline e la porta magica, adattamento di un romanzo omonimo di Neil Gaiman. Fedele al testo originale (cui viene aggiunto il ragazzino dei dintorni e un certo dinamismo), il film racconta di una undicenne di nome Coraline Jones, che in molti chiamano Caroline, da poco trasferitasi con i genitori in una villa divisa in più appartamenti. Qui mamma e papà sono al lavoro su un libro e la giovane si annoia, finché non trova un piccola porta nascosta in salotto, che conduce in un’altra casa, speculare alla sua ma dove tutti gli abitanti hanno due bottoni al posto degli occhi. Questo mondo parallelo è governato dall’Altra Madre, premurosa quanto la mamma originale di Coraline sembra indifferente, ma anche possessiva e sinistra. Il confronto aiuterà la ragazzina a capire cos’è davvero importante e metterà a dura prova il suo coraggio, con una serie di situazioni macabre e spaventose (Coraline non pare adatto ai bambini di età prescolare). Selick si discosta nettamente dalle illustrazioni stilizzate che accompagnavano il romanzo, realizzate da Dave McKean, e preferisce una messa in scena di rara ricchezza. Coraline, infatti, non solo è il primo film in stop motion realizzato in 3D – la cui profondità è perfettamente integrata, come il colore e le scenografie, in una strategia della rappresentazione che sottolinea la differenza tra i due mondi – ma è segnato da un livello di eccellenza tecnica in tutte le fasi della produzione. Sono state utilizzate un’infinità di parti di ricambio, microparrucche e marionette in scala diversa, raggiungendo una tale profusione di dettagli ed espressività dei personaggi da far sospettare inesistenti interventi digitali a truccare l’animazione. Quando, in prosssimità del finale, entra in scena la computer graphic gli effetti speciali sono a loro volta sbalorditivi, alterando l’intera percezione dello spazio filmico. Senza iperboli, Coraline è semplicemente qualcosa di mai visto.
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