Regia di Patrick Lussier vedi scheda film
Remake piuttosto fortunato (100 milioni di dollari di incasso) dello slasher movie Il Giorno di San Valentino (1981), pellicola uscita negli anni in cui furoreggiavano nelle sale i vari Halloween e Venerdì 13. Proprio in questo filone si inserisce San Valentino di Sangue, che ha la fortuna di esser diretto da uno specialista del genere quale Patrick Lussier. Ex montatore negli anni ottanta della serie McGyver, ma soprattutto montatore di fiducia del Wes Craven degli anni novanta, al punto da poter esser considerato un suo allievo. Lussier ha infatti montato i tre Scream, oltre Nightmare – Nuovo Incubo. Prove che hanno spinto Craven a lanciarlo alla regia.
Dopo aver debuttato con il sufficiente The Prophecy 3, terzo capitolo della mini saga avviata da L'Ultima Profezia (1995), Lussier ha diretto una trilogia incentrata sulla figura del vampiro e finanziata da Wes Craven. È infatti il Maestro a produrgli il mediocre Dracula's Legacy (2000). Sempre legato all'horror, Lussier dirige il sequel di White Noise che lo porta a questo San Valentino di Sangue, il film che gli spianerà la via per la scrittura del copione di Terminator Genisys.
Nel caso di San Valentino di Sangue, Lussier lascia l'onere della scrittura ad altri, limitandosi alla messa in scena. Quello che gli viene messo in mano è un copione classico, firmato da una coppia che ha in Todd Farmer (autore delle sceneggiature di Jason X e di The Messengers) la punta d'elezione. Il soggetto è trito e ritrito. Anche qua il male (rappresentato da un serial killer che se ne va in giro vestito da minatore, maschera e respiratore compresi) sembra non morir mai per impossessarsi di altri al fine di sedare la sua sete si sangue (un po' come avverrà col più esplicito, in tal senso, My Soul to Take). Un'impostazione dunque che aggiunge ben poco da un punto di vista contenutistico. Lussier, però, dirige in modo altamente ispirato. Soggettive, semi soggettive, effetti visivi curiosi (come quello iniziale dell'occhio estirpato messo in scena come se fosse un gioco) e trovate continue pongono fin da subito in evidenza l'orrore. Ci sono ben poche pause e il tutto è infarcito di un gore tendente allo splatter, pur se ottenuto col ricorso di una computer grafica spesso evidente. La presenza dell'alto tasso ematico, estirpazioni di cuori, picconate in pieno cranio e colpi inferti con vanghe che dividono in due le teste, innalzano il valore dell'opera che raggiunge buoni vertici di tensione (la sequenza al supermercato è forse l'apice). Belle, da un punto di vista visivo e realizzativo, le scene dei delitti rappresentate con un piglio che rimanda ai crimini di Jack lo Squartatore (scritte sui muri comprese).
Reggono le interpretazioni, più che sufficienti per essere alle prese con un teen horror di serie B. Lussier, forse pensando a Carpenter, ha la bravura di inserire alcuni volti storici del genere, ormai attempati, supportando così gli emergenti. Ritroviamo il mitico Tom Atkins (attore feticcio di Carpenter), nel suo tradizionale ruolo di sceriffo, e Kevin Tighe, volto storico dei polizieschi anni ottanta e novanta quali Jade, Un Poliziotto a 4 Zampe e Il Duro del Road House. Convincono, in ruoli solo all'apparenza facili, Megan Boone, che passerà al serial di successo The Blacklist (2013), e Jamie King. Da paura Betsy Sue (la ritroveremo in Halloween II di Rob Zombie), direttamente proveniente dalle copertine di Playboy, in pazzesco nudo integrale (ben ripreso da Lussier) che, dopo una scena di sesso, se ne va in giro come mamma l'ha fatta in un parcheggio di un motel, puntando una pistola verso il cliente di turno.
Cos'altro attendersi da uno slasher movie? Francamente non saprei...
Un po' sottovalutato dalla critica, San Valentino di sangue si rivela divertente, pur se penalizzato da un epilogo telefonato e privo di guizzi (in narrativa è pieno di conclusioni del genere). Piacerà, e non poco, agli afecionados delle saghe di Halloween e Venerdì 13 a cui non ha molto da invidiare. Vietato ai minori di anni 14.
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