Regia di David Bowers vedi scheda film
Osama Tezuka e' il maestro indiscusso dell'animazione giapponese.
Nato a Kyoto nel 1928 e morto nel 1989 ha dato il via a tutta la produzione "anime" nel 1961 con la serie tv tratta dal suo manga ASTRO BOY.
Negli anni seguenti i successi continuarono - chi si ricorda KIMBA depredato dalla Disne per IL RE LEONE? - , ma il suo nome e' associato sempre al robottino con sentimenti che difende l'umanita' da ogni pericolo.
Questa co-produzione americana-cinese-giapponese porta su grande schermo le avventure di Astro Boy potendo contare su di un buon budget e su di una distribuzione mondiale.
Naturalmente come per tutte , o quasi , le produzioni animate degli ultimi anni il film e' girato interamente in digitale , ha nella versione originale dei doppiatori davvero in gamba - evitate con cura quella doppiata che "usa" Muccino per dare la voce al mitico robottino.... - e riesce ad essere competitivo sul piano visivo-spettacolare.
Purtroppo pero' la storia e l'intreccio sono banali e puntano quasi esclusivamente ad un pubblico infantile , quando invece nella storia classica di Tezuka il tutto aveva ben piu' alte aspirazioni , lasciando l'amaro in bocca per qual che poteva venire fuori in mano ad una produzione meno classica.
Regista di questo "reboot" e' David Bowers che ha al suo attivo il divertente GIU' PER IL TUBO , ma che sembra non avere la sensibilita' giusta per capire appieno lo spirito tutto giapponese di un'opera fondamentale per la fantasienza moderna , qui purtroppo trattata come il solito Pinocchio di turno.
Bowers in effetti gira il suo libro di Collodi su grande schermo - al qualke anche Tezuka si era ispirato , ma dal quale non seguiva assolutamente la trama - seguendolo quasi passo passo e riuscendo a craere immagini spettacolari purtroppo pero' senza una vera forza di fondo.
II problemi del film sono un eccessivo uso dei dialoghi - a volte francamente inutili - ed una soluzione finale troppo banale e senza sbocchi.
nonostante tutto pero' i piccini si divertiranno parecchio e gli ultratrentenni potranno ripensare ai bei tempi bambineschi che furono.
Per tutti gli altri il solito cartoen animato senza anima ma tecnicamente perfetto.
Troppo poco per rendere giustizia alla profondita' dell'opera di Tezuka .
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