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Altromondo

Regia di Fabiomassimo Lozzi vedi scheda film

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alan smithee

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La recensione su Altromondo

di alan smithee
6 stelle

Come attraverso un confessionale, un gruppo di uomini di diversa età ed estrazione si apre alla telecamera e ci racconta come vive la propria situazione di "diverso" di fronte ad una società che ancora oggi non riesce proprio a considerare le persone nella loro intrinseca peculiarità, ma basandosi su preconcetti e opinioni travisate.

Raccontare attraverso una serie di monologhi schiettamente crudi e realistici, il rapporto/attrazione/negazione personale di alcuni uomini con il proprio stesso sesso: una raccolta di situazioni, confessioni, un diario intimo a volte scomodo, a volte morboso, altre volte drammatico, su come viene vissuta, organizzata e percepita questa "diversità" dagli schemi. Una condizione a volte rinnegata, a volte al contrario ostentata, spesso nascosta, spesso volutamente non riconosciuta o accettata, magari rinnegata o scacciata con comportamenti sfacciatamente intolleranti, costruiti ad arte per scongiurare il pericolo di essere scoperti.

A metà strada tra il teatro filmato e il documentario, Altromondo in realtà è recitazione allo stato puro e poco altro: inquadrature su volti reali, aperti alla comunicaxione: sguardi veri, volti che si confessano, fissando la camera, e dunque chi guarda: a volte tutto ciò avviene in modo davvero realistico, rivelando ogni volto, come se la macchina fosse la grata di una nicchia all'interno di una chiesa, le proprie segrete e scomode, talvolta perverse attitudini, le proprie pruriginose libidini, i propri ricordi passati, spesso drammatici, e le abitudini che rendono movimentate alcune ore, spesso notturne, della vita di alcune persone. I momenti in cui luoghi scelti strategicamente, strade e parchi altrimenti spopolati in quei frangenti, si riempiono di anime vaganti alla ricerca di soddisfazioni ed emozioni fugaci: l'ora delle ombre indefinite in cerca di un piacere, seppur quasi sempre episodico, spesso veloce, e forse proprio per questo, e per questa sua connotazione di "proibito", veramente e definitivamente appagante, ma come tale, sempre inevitabilmente effimero, .

Potrà risultare a tratti fastidioso e eccessivamente morboso, crudo e snervante, ostentato e scurrile, questo circuito chiuso e soffocato d'aria viziata ed irrespirabile, in cui ruota l'opera corale ed insieme composta da consapevoli e spesso drammatiche inevitabili solitudini.

Ma Altromondo, sconcertante collage di rivelazioni e aperture mentali, possiede l'orgoglio un pò ostentato di rivendicare un proprio modo di essere, più che di comportarsi, ed una voglia di accedere, in molti dei casi presi in esame, alla via che porta ad una felicità finalmente condivisa e non più nascosta, aperta alla vita e desiderosa di far uscire allo scoperto i suoi protagonisti , incurante finalmente dei pregiudizi e delle prevaricazioni che ancora oggi resistono nei confronti di una comunità che invece desidera rivendicare il proprio legittimo desiderio di essere accettati e rispettati, nei diritti e nei doveri.

Attori già abbastanza noti come Francesco Apolloni, Domenico Balsamo, Massimiliano Benvenuto, Andrea Bosca, si alternano ad altri meno noti o completamente sconosciuti, che tuttavia rendono bene, a volte davvero in modo molto convincente, la drammaticità di solitudini in bilico verso il baratro dell'incomprensione e della segregazione, che li spinge ad aprirsi senza mezzi termini ed in modo quasi liberatorio, verso una mdp che diventa il mezzo piu' idoneo per accettarsi e liberarsi di un peso gravoso ed insostenibile come un macigno inaffrontabile. 

Dalle interviste di Riccardo Remi ed Antonio Veneziani, contenute nei libri "Pornocuore" e "I mignotti", il regista Fabiomassimo Lozzi ricava un film-esperienza ossessivo e fisiologicamente episodico, inevitabilmente e scientemente frammentario, ma anche, almeno a tratti, emotivamente spiazzante ed intenso, a volte forse compiaciuto, ma più spesso drammaticamente dirompente.

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