Regia di James Cameron vedi scheda film
Le aspettative! Che gran brutta cosa… ti possono fregare di brutto quando punti tutto senza se e senza ma. 15 gennaio 2010. Entro in sala. Dopo aver prenotato una settimana prima. Attesa adrenalinica. E’ la mia seconda esperienza 3D. A Christmas carol mi aveva semplicemente sconvolto. Con Cameron ora, mi aspetto che il 3D mi stravolga. Ho aspettato praticamente 156 minuti. Che cos’è che non ha quadrato? Inutile nasconderci dietro il dito. Il 3D innanzitutto. Ha voglia Alessio Guzzano, critico acuto, a sottolineare che Cameron voleva “provocare la Meraviglia senza invadere la platea”… in un film del genere IO VOGLIO essere iperaffogato dagli effetti, di ogni genere e visione. Domani vado a vedermi Virzì, dopodomani vado a vedermi Tra le nuvole! Stasera c’ho ‘stì maledetti occhialetti e voglio vedermi schizzare gli pseudopterodattili volanti tra le poltrone, voglio infilarmi in volo radente tra le montagne sospese del pianeta Pandora, voglio che le fantasmagoriche cascate mi fradicino i vestiti, che le fluorescenze panteistiche che regolano la vita di questi azzurrognoli esseri Na’Vi mi svolazzino nel popcorn… Se in A Christmas carol mi nevicava sulla poltrona davanti la mia e volavo radente fin quasi dentro i tetti di Londra e dovevo scansarmi per non farmi toccare dai fantasmi che terrorizzavano il magico e tuttavia umanissimo Scrooge, perché non devo trovare nulla di tutto ciò nel Film atteso da mesi, che costa uno sproposito e che mi ripropone solo cose, mondi e storie già viste in Trasformers, in Alien, nel L’Albero della vita, ed in mille altri?!? Ne storia (perché di pellerosse, razzismo, armi da scoprire preventivamente e petrolio da riciclare ce ne abbiamo già fin sopra i capelli), ne emozione (che di amore dei figli dei fiori e del bene che trionfa sul male se n'è visto già a bizzeffe) Perché?! E soprattutto con un 3D “misurato” l’hanno chiamato, “per non disturbare l’emozione”. Ma misurato de che? Ho visto appena un film in prorompente 3D e già me lo misurate! Bocciata la Zoe Saldana pixellata, Jake il marine (col capello volante sulla fronte alla Gabriel Garko quando sfarfalla con arco e frecce un po’ Rambo un po’ Peter Pan), il colonnello ottuso che vuole spalmare di fuoco tutta Pandora, la Weaver che si fa fare l’avatar col nasino carino, i paesaggi già partoriti a suo tempo da Roger Dean, illuminato artefice delle copertine degli Yes, la colonna sonora di un anonimo imbarazzante, i combattimenti finali figli dell’approssimazione, la grezzissima animazione degli animali, i trasformers ed i terminator (che, per quanto figliocci di cameroniana memoria, continuavano ad uscire al cinema mentre James abbozzava disegnetti sulla sua storyboard …)
E poi sarà che, devo ammetterlo, a Pandora ho sempre preferito Panettonia…
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Ciao Lampur,
scusa se, egoisticamente posto di risposta qui ma un flame sul mio “diario” mi basta e avanza.
La mia esperienza, da mero spettatore, col 3D: un buon numero d’anni fa vidi il mio primo 3D formato cinematografico fra le attrazioni di Disney Paris (…sì, sono un patito dei frulla persone di Gadaland & Co.). Era una sorta di sperimentazione di una nota casa di produzione di pellicole e connessi fotografici, che si era fatta creare una specie di corto da “Tesoro, mi si sono ristretti i ragazzi”. Effetto sconvolgente: hai presente i Lumiere che fanno scappare la gente dal cinema per paura di essere investiti dal treno? Tutti allungavamo il braccio per toccare oggetti che avresti giurato avere perfino vicino al viso e i sensi rispondevano a una vera e propria invasione in sala di immagini proietttate! Se aggiungi altre trovate “stile odorama” come tremori del pavimento che simulavano una carica di topi fra le poltroncine e schizzi d’acqua reali ma recepiti come infausto esito di uno starnuto di un cane gigante con la testa apparentemente fuori dallo schermo, ne risultò una delle più belle attrazioni da parco a tema che io ricordi.
Già a quel tempo ci dicevamo quanto sarebbe stato bello poter portare quella tecnologia in sala. Con mia somma gioia qualche hanno fa i famosi occhialini “attivi!” lo resero possibile.
Ora questo tipo di “giostra” la si trova in tutti i maggiori parchi anche in Italia, ma prima del cinema vero e proprio altri hanno colto usato questo nuovo giocattolone per scopi leggermente diversi: l’hanno scorso alla Cité de Sciences et de l’Industrie di Parigi (bellissimo anche perché qui non siamo abituati a tanto investimento a fini didattici) ho visto che stanno usando la Geode (lo schermone sferico a 360 gradi, si dice il più grande del mondo) anche con proiezioni 3D, mantenendo naturalmente il loro target di semplice intrattenimento (pur ipertecnologico) per i più piccoli e documentaristico dal grande effetto visivo (abissi, spazio, grandi filmati naturalistici). Purtroppo ho visto che col 3D, pur mantenendo dimensioni da record, non riescono a coprire come col 2D tutta la superficie interna della sfera, ma ti assicuro che anche qui l’effetto e stupefacente.
E arriviamo all’agognato approdo alle nostre sale. In realtà fra nuove produzioni e passaggio a 3D tramite elaborazione digitale di 2D famosi o dai grandi effetti speciali, al lavoro sono veramente in tanti. Il primo che ho visto è Mostri contro Alieni, dai personaggi deliziosi e talmente lontani per scala che l’effetto tridimensionale era dovuto. Ma il primo con attori e scene vere è stato il Viaggio al centro della terra: qui si vede benissimo il limite da “primo 3D” nelle scene non a sfondo digitale: uno ambiente piatto su cui personaggi e oggetti si stagliano come bolle. Ma in un film così, quando si entra nel vivo e si scende negli impossibili paesaggi ipoteticamente nascosti nelle viscere del pianeta, si viene ampiamente ripagati (la camminata sulle pietre galleggianti, diventate montagne in Avatar è mozzafiato). In seguito ho visto 3D con sempre minori difetti: Battaglia per la Terra (il piccolo Avatar), Coraline. Quindi sono entrati i grandi mezzi economici con L’Era Glaciale 3, il mitico Up, il divertente Placet 51, il 3D più coinvolgente di tutti A Christmas Carol, fino ad Avatar, passando per soggetti strani come San Valentino di Sangue e Piovono Polpette.
Già si vedono tanti modi diversi, molto diversi di usare una nuova tecnica, tanto che credo fra non molto tempo non avrà molto senso accomunarli; chi oggi troverebbe scopo, oggi, nel parlare della categoria dei film a colori o col sonoro?
In ognuno credo si sarà deciso come usare, calibrare o non sa quali termini tecnici si usino, l’effetto profondità. Ed ecco che qui entrano i talenti creativi. Ecco che se in San Valentino di Sangue ci si dà dentro per gusto splatter (ricordo ancora con ribrezzo la mandibola staccata da una picconata del mostro di turno che sembra voltarti addosso), nel volo di Up i palloncini diventano iperreali e in Christmas Carol le scene di fuga diventano vertiginose anche per lo spettatore o la neve in sala ci porta nel cuore natalizio.
Ma a parte questo nuovo parametro su cui il talento artistico, quando c’è, può giocare, è la mia vista/mente che già tende a richiedere una visione che in generale si avvicina di un altro gradino alla visione reale. Alla semplice rotondità dei corpi che diventano più belli (o più mostruosi, o più comici), alla ovvia maggior coinvolgenza di visuali soggettive, alla maggior realisticità dei paesaggi, anche digitali, come ad un nuovo agio, ora “fatico” a rinunciare. Un po’ la stessa cosa quando a casa vedo un film in DVD anziché su un Blue Ray ad alta definizione. Non dimentichiamo comunque che un film, come una foto, come un qualsiasi impianto di riproduzione di musica, sono rappresentazioni del reale. Si impara con la tecnica ed essere sempre più raffinati, ma ben si sa che non si raggiunge mai l’eccellenza con cui l’occhio ci mostra il mondo e l’orecchio ci fa sentire la musica dal vivo. Così uno schermo cinematografico rimane piatto, ma se da una parte c’è un talento che sa dove si può arrivare con la tecnica e non con la sola volontà (pensiamo semplicemente agli esiti di quando, in vacanza, entusiasti di ciò che stiamo vedendo, vogliamo fotografare qualcosa che non ha condizioni di luce gestibili) e dall’altra c’è la disponibilità a farsi rapire da un gioco di prestigio (non dimentichiamo che l’effetto 3D, al pari della prospettiva in pittura, è un processo di inganno), l’esito può essere anche vera arte.
Certo non siamo ancora arrivati ad un’opera intimista, o di puro sentimento, o di denuncia in 3D. E non so cosa ne uscirebbe Un Almodovar 3d? Mah! Fatico solo a immaginarlo. Forse è bene che ci si arrivi per gradi e solo quando (e se) il 3D non sarà più notato, quando non sarà più una particolarità del film, se non per la sua assenza o il suo sovraccarico, proprio come il colore.
E dopo averti annoiato a morte, ecco Lampur il mio “mirabile uso del 3D” in Avatar: credo che quasi lo stesso successo questo film lo avrebbe avuto senza l’uso di questa tecnica. Sono tante le ragioni per cui, io e molti altri, ci siamo innamorati di Pandora e della storia che ne abbiamo visto, ma non il 3D. Ed am”miro” Cameron anche perché l’ha usato come strumento e non come scopo. In un film così ci si deve sentire su Pandora, si deve aver paura, ci si deve commuovere, si deve soprattutto ammirare, quindi ci si deve dimenticare di essere in sala. Una freccia che mi arrivasse troppo vicina, un seme dell’albero sacro che mi svolazzasse in faccia mi riporterebbero in sala. In poche parole il 3D giostra è il benvenuto nell’attrazione di Gardaland, ma anche nello splatter di bassa lega, magari stanno già pensando ad un emetico Hotel 3d, in altre produzioni meno. Se poi una sferzata fuori schermo può essere artisticamente utile, lo lasciamo ai grandi del cinema; vedremo cosa combinerà Burton col nuovo Alice o solo ipotizziamo cosa potrebbe inventare un Tarantino!
Bel commento windermere!
CONDIVIDO APPIENO LA RECENSIONE DI LAMPUR!BRAVO.
Invece l’ho apprezzato il tuo intervento, adoro i frulla folla anch’io, a Gardaland il cinema 3D me lo cucco sempre ed auspico un futuro al cinema con poltrone semoventi, ho testato anche l’Hemisfèric della Città delle Scienze a Valencia ma Gardaland vince sempre di una spanna ed anzi, voglio fare l’avvocato del diavolo ed alla luce dei numerosissimi interventi proAvatar mi sono chiesto “Ma se l’avessi visto in 2D quale sarebbe stata l’impressione?” E la risposta è stata ovviamente: “Diversa”. E mi sono fatto domande anche più ovvie quali “perché Cameron ha sottoutilizzato il 3D?” Una risposta è abbastanza semplice. Il film non è nato a tre dimensioni. Il 2010 è l’anno del 3D ma Avatar nasce in pratica quattro anni orsono, l’idea è un mondo fantastico ma non a 3D. Il 3D si è prepotentemente affacciato come opzione fondamentale relativamente da poco. Cameron l’ha probabilmente “dovuto” arrangiare. Di fatto rimane che Pandora diviene un parto prematuro, non nasce come un paesaggio da Signore degli Anelli o di uno Star Wars. Nasce con dimensioni astratte, paesaggi sospesi, cascate moebiusiane, fauna e flora fantastiche, cariche di colori e dalle dinamiche sconosciute. Le fluttuanti medusine che accolgono Jake su Pandora erano una benedizione da 3D. Come rinunciare ad averle sul bracciolo della poltrona? Sarebbe stato un omaggio al nuovo pianeta, un chiedere permesso a bocca spalancata, un tridimensionale accoglierci dove anche il nostro stupore avrebbe smarrito senso e misura. Ma non è accaduto e tutto il buono si è smarrito. Siamo invece rimasti sulla nostra poltrona bidimensionale mentre Pandora sfavillava sullo schermo, mentre i Na’Vi saltellavano sui rami librodellagiunglescamente, ed i pseudocavalli dotati di coda ad alta tensione ( “non sono cavalli” ci precisa la bella aliena… e grazie!) galoppavano digitalizzati che peggio non si può“. Certo resta il contrasto d’opinione secondo il quale la freccia che m’arrivasse troppo vicina mi riporterebbe in sala. Dal mio punto di vista (e c’è una tridimensionalità anche in questo), la freccia che mi arriva addosso o che mi sbuca da dietro la testa non fa che annullarla la benedetta sala che ci accoglie in stereofonica comodità nel nostro mondo popcornato. Non è che Zemeckis abbia fregato tutti sul tempo? Come fece all’epoca con Chi ha incastrato Roger Rabbit e più tardi con Polar Express?”
A me invece i canditi mi van sempre tra i denti.... Ho già deciso che alle prossime regionali voto per il Sindaco di Pandora. ;)
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