Regia di Luciano Emmer vedi scheda film
Un bell'esempio di arte "didattica" e insieme ripiegamento interiore e nel quotidiano, oltre che fruttuoso utilizzo del video digitale: dal generale al particolare, Emmer fa un compendio efficace su tre dimensioni della natura umana fondamentali per la coscienza e conoscenza di sé stessa e del mondo in cui vive. Nella prima parte sul pensiero si riassumono le basi filosofiche dell'occidente greco-romano, in un simpatico e semplice accostamento di ritratti plastici e aforismi scritti e recitati fuori campo; nella seconda si passa al mezzo che rende possibile l'attività intellettiva: lo sguardo, la percezione delle forme esteriori. Si compie quindi un excursus su esempi mirabolanti di ritratti e sulle innumerevoli declinazioni del significato dello sguardo e della loro espressione, notoriamente la strada più diretta alla mente. Ma non solo, questa parte del film getta luce molto sensibilmente su particolari ravvicinati del mezzo pittorico, che il montaggio rende nell'illusione di una forza motoria. La terza parte si concentra sulla parola scritta, perché concepita e vista, letta: il punto terminale e ugualmente primario di un percorso circolare e infinito. Per altro la parola non può essere concepita se non tramite un'immagine, qualunque sia, elementi entrambi già concettuali. Siamo allora in un microcosmo intimo e confortevole, la propria casa, soli con noi stessi e con i grandi classici della letteratura e della saggezza.
L'udito non è esplicitamente tirato in causa, ma ad esso Luciano Emmer lascia il compito di rendere il carattere umoristico di questo piccolo viaggio. 8
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