Regia di Randall Miller vedi scheda film
Alan Rickman è un docente di chimica stile Dr. House (stesso indimenticato doppiatore e medesimo modo di fare cinico ed egocentrico) al quale viene conferito nientepopodimenochè il premio Nobel. Vanitoso, arrogante, fedifrago e spocchioso, il professore ha una moglie profiler ed un figlio apparentemente rimbecillito con la fissa per il cannibalismo. Una famiglia sui generis che, al momento di partire per Stoccolma per la cerimonia di premiazione, viene scombussolata dal rapimento del primogenito ad opera di un misterioso criminale "autodidatta" che guarda caso chiede in riscatto proprio l' ammontare in denaro del suddetto e blasonato riconoscimento. Diciamo che sino a qui (prima mezz'ora) il film di Randall Miller sembra anche interessante ; diretto in modo un pò troppo frenetico e caotico ma dotato di un bel cast con giovani interessanti e grandi caratteristi ed interpreti d' esperienza, mette un sacco di carne al fuoco mantenendo un andamento ironico e brillante ed instillando un briciolo di curiosità per la vicenda che ovviamente non guasta. Peccato però che lo sviluppo non sia all' altezza delle premesse, le svolte narrative siano poco interessanti, la risoluzione dell' intrigo piuttosto banalotta e buona parte dei personaggi venga archiviata superficialmente : il folle De Vito, l'iper-sexy Dushku, uno stropicciato Pullman e lo stesso Hatosy che nella seconda parte passa da cattivissimo a cerebroleso dandosi il cambio con un Bryan Greenberg non entusiasmante. Colonna sonora perlopiù fastidiosa, montaggio e struttura con rimandi e flashback oramai abusati e risaputi, rimangono le discrete prove di Rickman e della Steenburgen ed un ritratto del mondo accademico tutt'altro che lusinghiero. Ci si fosse concentrati più su questo aspetto con toni da commedia e si fossero evitate le contaminazioni giallo/pulp, forse il film avrebbe avuto sorte migliore.
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