Regia di Ken Kwapis vedi scheda film
Due ore di stolido chiacchiericcio femminile di imbarazzante vacuità. Infamanti luoghi comuni sessisti pervadono i dialoghi e le situazioni descritte, un certo becero femminismo controproducente denigra la donna, descrivendola quale essere stupido, superstizioso e per forza di cose, per sua conformazione fisiologica frivolo. E' questo un film per persone (probabilmente donne, considerando il punto di vista narrativo) fragili e bisognose di facili rassicurazioni, che possono anche credere in una reale diversità fra uomo e donna e continuare ad ignorare crassamente che la vera differenza è quella fra umani superficiali ed umani sensibili. Qui tutti i personaggi sono superficiali all'ennesima potenza, e per gustarsi al meglio il film occorre che lo siano pure gli spettatori. Penoso tentativo di schematizzare la vita e l'amore, tracimante di luoghi comuni e qualunquismo (un uomo vale l'altro) infantile.
Serie di disavventure sentimentali di zitellone attorno alla trentina, la cui unica tragedia nella vita è quella di non riuscire a mantenere il rapporto con un-partner-che-fosse-uno più a lungo di una serata. Lieto fine decerebrato garantito.
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