Regia di Larry Charles vedi scheda film
Non conoscevo più di tanto il “personaggio” Bill Maher e devo dire che forse anche per questo motivo il documentario in oggetto mi ha sorpreso, soprattutto, ma non solo, per la sua vitalità che spesso prende appieno la forma dell’irriverenza creando sequenze decisamente ben fatte che tendono a mettere alla berlina alcuni miti o credi avvalendosi, va detto, di una posizione privilegiata (ovvero scegliere con chi parlare e in che modo farlo).
Il documentario ruota attorno all’influenza delle religioni nella vita dell’umanità, l’uso (erroneo) che ne fanno alcune persone e come da tante altre il messaggio venga elaborato con fin troppi personalismi (penso per esempio alla ragazza che dice “Io non odio i gay è Dio che li odia”).
Tutto il percorso viene creato con singole interviste realizzate con personaggi molto diversi (in luoghi anche molto lontani, si spazia dagli States, a Roma, da Gerusalemme a Amsterdam), piccoli cialtroni che nel nome di Dio si arricchiscono ogni giorno (vantandosi per giunta della propria posizione), altri che si arrabattano per aggirare le rinunce imposte dal credo a tutto quello che non si potrebbe fare nel giorno dedicato al riposo (il che fa abbastanza sorridere), altri ancora che credono senza se e senza ma, altri infine che plasmano le parole sacre per portare morte e distruzione in nome di un’entità superiore.
Ed in mezzo troviamo citazioni cinefile che calzano a pennello alle situazioni (il ghigno di Tom Cruise quando si parla di Scientology, il fisico impacciato di Jonah Hill quando si racconta dell’adolescenza di Gesù, l’Al Pacino di “Scarface” quando s’incalza un interlocutore), inserite con un montaggio effervescente che caratterizza ancor di più i singoli spezzoni.
Il tutto raccontato con proverbiale disincanto e sempre con una sprezzante, quanto naturale, ironia (già solo le battute sulla nascita della circoncisione e della confessione dell’ebreo con l’avvocato sono da “standing ovation”), certo la scelta degli intervistati pare essere stata eseguita ad hoc per valorizzare il punto di vista di Bill Maher (ma è anche vero che altri non hanno voluto “perdere” tempo con lui) e questo probabilmente toglie qualcosa alla validità dell’insieme anche se, senza voler prendere una parte con decisione in un discorso che va per forza di cose oltre a quanto la pellicola propone, lo spirito e l’intelletto non mancano quasi mai.
Incalzante e provocatorio.
Incalzante.
Davvero un personaggio notevole per schiettezza e spirito d'osservazione.
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