Regia di Larry Charles vedi scheda film
Il film/doc./intervista è un'occasione troppo ghiotta per essere liquidata in poche parole. Una discussione sull'argomento occuperebbe tutto il Web. Comincio subito col dire che Maher mi è risultato antipatico, con quell'aria di sufficienza alla "so tutt'io", di falsa umiltà. Ha cominciato ad intervistare rappresentanti delle Sétte cattoliche americane e considerando il loro Pastori, sordidi ciarlatani, ha avuto buon gioco. In genere gli adepti di queste sétte sono poveri e semplici individui che nelle loro disgraziate vite hanno solo il rifugio nella Fede in un Dio misericordioso che trovano dove pensano di trovarlo, cioè nelle chiese gestite da Pastori che promettono e garantiscono (a parole) la loro intermediazione presso Dio. Strano che Maher abbia sorvolato sull'italico culto dei Santi cui i fedeli si affidano piuttosto a Dio: anche in questo caso sono in gioco grosse prebende sotto l'occhio e talora l'aiuto della Chiesa. Anche coll'intervista al senatore americano, chiaramente oligofrenico, che sostiene "non bisogna superare un test di intelligenza per diventare senatore" (quanto mi piacerebbe una Legge che obbligasse le nostre figure pubbliche ad evidenziare il loro Q.I.: es. l'Onorevole Q.I. 10 XY) ha avuto gioco facile. Più difficile era affrontare, coll'intento di suscitare dubbi, le grandi religioni monoteiste. Queste tre Chiese sono basate su Testi strettamente intrecciati fra loro e potrebbero fondersi dato che si basano sugli stessi Principi: la grandezza e la misericordia di Dio, la tolleranza, la carità, l'amore per il prossimo. Se per avventura ciò avvenisse verrebbe intaccato il potere che le rispettive Gerarchie hanno su milioni di fedeli. Sulla Chiesa cattolica, dopo essere stato energicamente sbattuto fuori dal Vaticano, Haher ha ripiegato su un povero frate, dal sorriso innocente, che inevitabilmente, essendo stato con oculatezza scelto, ha confermato le tesi dell'intervistatore. La prima difficoltà l'ha avuta col rabbino, un po' anomalo, e non ne è uscito molto bene.Il Mullah, mellifluo. accondiscendente in apparenza, subdolo, durante l'intervista lancia un SMS ai fedeli perc hè uccidano l'intervistatore. Nella sostanza il problema enunciato dal film è l'incompatibilità tra Religioni e Ragione: nessuna delle due riuscirà a prevalere. La prima perchè, messa alle strette si rifugerà nell'angolo della Fede, la seconda perchè messa in difficoltà dovrà ammettere di non avere inoppugnabili risposte. Una cosa è indiscutibile: la Razionalità non ha mai versato scintemente il sangue di decine di migliaia di persone innocenti (escludo in questo caso la Scienza per l'invenzione delle armi di distruzione di massa e la Pseudoragione della rivoluzione francese) mentre le Tre Religioni monoteiste, in nome di un Dio misericordioso, hanno le mani lorde di sangue. Scusate sono andato per la tangente. I dubbi sollevati dal film scalfiscono le monolitiche religioni perchè queste si basano sui loro Sacri Testi (scelti nel caso dei cattolici durante il concilio di Nicea in cui furono dichiarati "veri" solo i quattro Vangeli e gli altri, anch'essi cronache "per sentito dire", scritti da uomini semplici, furono dichiarati apocrifi). Di fatto le Chiese sono frutto dell'intelletto di uomini (quindi fallaci) che ricollecandosi a vecchie leggende, hanno dato corpo a testi e rituali tali da predicare la tolleranza e la misericordia, ma di fatto il terrore dell'al di là. Interessanti gli argomenti della mussulmana riguardo all'omicidio del regista van Gogh: è solo politica. Ma la Legge e la politica mussulmana non è esclusivamente coranica ?. E quì si aprirebbe il capitolo rapporto tra Religione e Politica (le grandi Religioni-politiche e le Ideologie-religioni)...e non si finirebbe più. Il merito del film non è tanto quello di aver insinuato segni di dubbio sulle religioni, quanto quello di aver sollevato il problema, che per ovvi motivi di potere, è un argomento tabù. Per quanto sopra, più che al film, il mio voto va al contenuto. Voto 7,5
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