Regia di Kent MacKenzie vedi scheda film
la condizione dei nativi d'america nel 1960 già confinati nelle loro riserve oppure fuggiti da quelle gabbie recintate e finiti nelle grandi città. qui si analizza la vita di yvonne e homer. lei aspetta un bambino e lui non fa altro che girovagare per la città tutta notte bevendo, fumando e attacando lite, quando non è in casa bello seduto sulla poltrona con altri nullafacenti come lui. luogo ultimo dove si ritrovano tutte le notti o quasi è la collina X e qui suonando vecchi barili arrugginiti, bevendo birre e coprendosi con coperte aspettano le prime luci dell'alba in un rituale che cerchi di fare da tramite tra il loro bisogno di sfuggire alle ristrettezze delle riserve e la loro vita da esuli in una città che mal li tollera insieme a tutte le altre minoranze. yvonne invece va al cinema e poi in attesa che homer torni dalle sue notti, va a dormire da un'amica per tenersi compagnia. semi-documentaristico il film è ottimamente fotografato e abitato dai non attori che si fanno seguire e accompagnare in quella che rappresenta una tipica giornata tra ricordi dei genitori o della loro infanzia ben nascosti e la disillusa speranza di una vita migliore nella società che li ha prima sterminati e poi reclusi nelle riserve.
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