Regia di Andrea Zambelli vedi scheda film
la storia raccontata da zambelli sarebbe di quelle che solo fino a qualche tempo fa, sarebbero state etichettate come faziosità di sinistra. storie che non erano ritenute d'interesse nemmeno per un palco minore del concertone del primo maggio... il lavoro delle mondine a chi vuoi mai che interessi al concerto della festa del lavoro del primo maggio?... e difatti, come dice paolo rossi, da un incoraggiante interessamento iniziale, tutto è finito nel nulla. nel nulla che è sinonimo dei tempi che stiamo percorrendo... tempi in cui il ricordo della liberazione da una guerra è sempre più lontano e si allontana sempre più in relazione alla morte di chi a quella guerra ha partecipato e da cui è tornato. tempi in cui il lavoro sta ridiventando un diritto da difendere a piene mani, come quando si moriva in attentati terroristici a portella della ginestra... e così come quando sulle strade del progresso tecnologico, spuntavano cartelli di divieto delle mondine, perchè le macchine prendevano il loro posto, sono state rifiutate dalla festa del primo maggio. la loro delusione per la perdita di un'occasione così importante, verrà riscattata dalla partecipazione ad un festival in terra americana. la loro è una storia di un pezzo d'italia, della sua storia e della sua ricostruzione. c'è una mondina che inquadrata dalla telecamera e interrogata da essa, risponde e spesso conclude dicendo: "... e della mia storia ho già detto tutto". che è un modo per esternare il concetto che con i soldi che guadagnavano nella stagione, ci compravano una sedia o una forchetta. donne che spesso di ritorno dalla campagna del riso, venivano accolte dai mariti o dalle famiglie con la formula rituale: "ho sentito dire che da quella parte pagano meglio, quindi l'anno prossimo vai là" e che solo la malizia maturata con l'età e l'esperienza dura della miseria fa prendere adesso con una fragorosa risata e con la filosofia della frase: "fammi almeno scendere dalla corriera". un modo per licenziare un periodo in cui si sarebbe dovute essere felici per i propri quindici anni e invece c'era da lavorare e da portare a casa tutto il gruzzoletto. perchè a casa c'era la famiglia che quel gruzzoletto lo aspettava. un pezzo importante della nostra filmografia perchè parla di come eravamo e di come anche da quel pezzo di storia ci siamo evoluti. il lavoro, i diritti, i padroni, la guerra, la lotta partigiana, perchè capitava che quelle mondine facessero anche le staffette partigiane. mica una cosuccia da poco, e invece come dice uno del gruppo di fiamma fumana, al concerto del primo maggio ci sono i pooh che festeggiano i loro trecento anni di carriera e non ci sono le mondine che ripercorrono la storia recente della nostra nazione. e anche questi sono segni dei tempi che stiamo percorrendo. distrattamente occupati dai problemi finanziari di casa, obnubilati da una ti-vi che pensa che non ci siano problemi migliori di spiaggiati bolliti o decerebrati vessati da una priapite acuta e irreversibile. tempi in cui un marchionne si permette di ricattare senza vergogna un paese e i suoi lavoratori, con la costante minaccia di andarsene dall'italia. e quindi anche per questo un film come questo fa piacere. fa piacere vedere che le mondine di novi continuano a portare in giro i loro canti, interrotte solo dalla potenza distruttrice di nostra madre terra
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