Regia di Silvano Agosti vedi scheda film
Una serie di reperti storici dal forte impatto visivo e dal chiaro valore sociologico costituisce il materiale su cui si sviluppa questo La conquista della vita; Silvano Agosti monta nel 2008 un documentario girato nelle strade e nelle piazze invase dalla contestazione giovanile fra il 1968 e il 1978, in vari luoghi e momenti, per dimostrarci come sia possibile insidiare e scuotere (certo non ribaltare, e comunque non vorrebbe questo essere l'obiettivo del lavoro) l'ordine precostituito, scalare e abbattere la montagna che separa il potere preservato dalle generazioni mature e la massa giovane, smaniosa di partecipare alla vita del Paese in maniera attiva, di dire la propria sul presente di tutti e, di conseguenza, sul proprio futuro. Significativamente il materiale che il regista monta per questa opera si apre con i cortei del '68 (femministe in primo piano) e si chiude con il cadavere di Aldo Moro, a indicare che, in fondo, non tutto può risolversi semplicemente con la partecipazione attiva alla vita politica, soprattutto se tale attività viene trascesa nel vile (e inutile, fondamentalmente) atto terroristico. Certo, ciò che accade nelle piazze, dalle provocazioni dei manifestati più agitati alle cariche dei celerini, non è tutto piacevole a osservarsi oggi; ma quantomeno ci può raccontare di un'Italia giovane che ha avuto la voglia, la forza, l'idea (!) di alzarsi in piedi e gridare la sua: nel 2008, come nel 2011 di chi scrive, tutto ciò è praticamente utopia. La conquista della vita in sostanza ci racconta in parallelo (e per contrasto con ciò che la Storia ci ha consegnato in seguito a queste immagini) la morte dell'ideologia nella nazione italiana, nel nome del più becero e conformista quieto vivere. 6/10.
Raccolta di documentari girati in strada fra il 1968 e il 1978, inseguendo la contestazione giovanile.
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