Regia di Karin Albou vedi scheda film
L’amicizia che lega le due giovani nella prima parte è trattato da Karin Albou con una delicatezza straordinaria. Molto bella la regia di questa pellicola. La macchina da presa si avvicina talmente tanto ai loro volti da farle sembrare un unico personaggio, le intrappola in ambienti chiusi, la casa o l’hammam, luogo deputato all’universo femminile. Nella seconda parte, fra le due giovani c’è sempre più spazio, si contrappone il “fuori”, quello spazio che l’inizio della pellicola sembrava non voler far entrare nell’inquadratura. Karin Albou descrive con lirismo e intensità rare l’amicizia assoluta ed intima delle due adolescenti e alla fine questo è quello che rimane della pellicola. La guerra, la Storia, le rigide regole che intrappolano Nour, ormai destinata a sposare un uomo che si rivela diverso da quello che sembrava, non vengono approfondite nè spiegate, sono il pretesto narrativo per raccontare l’universo femminile, al di là della cultura o dell’epoca. Un film molto femminile, delicato e con un messaggio molto bello e importante enfatizzato dalla scena finale, struggente e bellissima. Molto efficace la colonna sonora. Molto raffinata e curata anche la cifra stilistica.Da non perdere.
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