Regia di Roberto Faenza vedi scheda film
Praga. Klara è giovane, bella e fidanzata con un musicista italiano. Che la soffoca di gelosia, al punto da metterle alle calcagna un investigatore privato per sincerarsi della fedeltà della ragazza. L'investigatore si rende presto conto di avere un caso spinoso fra le mani: ma non per Klara, che tutto sembra tranne che infedele, quanto per il fidanzato, malato di una gelosia morbosa.
La filmografia di Roberto Faenza vive un curioso alternarsi di alti e bassi, basti pensare che questo modestissimo Il caso dell'infedele Klara è compreso fra due buoni prodotti come I vicerè (2007) e Silvio forever (2011). Ma Klara non è un'opera in tutto e per tutto minore, realizzata (come ad esempio il precedente I giorni dell'abbandono, 2005) con intenti meramente di cassetta e rivolgendosi in maniera aperta a un pubblico 'medio'; al di là di una confezione simil-televisiva e di una sceneggiatura non sempre coinvolgente, questo film mostra comunque un apprezzabile approccio da thriller psicologico a una storia che - in altre mani, in altre condizioni - di mistero, brividi, ma anche riflessioni da suggerire ne avrebbe da vendere. Il romanzo di partenza è firmato da Michal Viewegh; il copione è passato per le mani del regista, Maite Bulgari Carpio e Marzio Casa, con la collaborazione di Valentina Leotta e Hugh Fleetwood. L'ambientazione in terra ceca è rispettata dalle riprese (il lavoro è frutto di una coproduzione fra Italia e Repubblica ceca), effettuate a Praga; di conseguenza anche il cast è di respiro internazionale e anche questa è una notizia interessante; purtroppo per lo spettatore anche solo un minimo campanilista, però, chi ne esce peggio in assoluto sono proprio gli interpreti nostrani: ben poco convincenti sono sia Claudio Santamaria che Laura Chiatti. Meglio i colleghi Iain Glen, Kierston Wareing e Paulina Nemcova. Faenza proseguirà sulla strada dell'adattamento cinematografico di romanzi dal manifesto rilievo psicologico con Un giorno questo dolore ti sarà utile (2011). 4/10.
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