Regia di Mark Neveldine, Brian Taylor vedi scheda film
La coppia di registi Neveldine e Taylor, quelli di Crank, alza il tiro e fonde l’adrenalina alla fantascienza distopica. Il futuro è affine a Il mondo dei replicanti, ma quello che là era edulcorato, lo si ritrova decuplicato in Gamer. Il gusto per le situazioni estreme, al limite del pornografico, ne fa un film truce ma esplosivo, destinato a scoppiare in faccia al pubblico degli action movie. Provocazioni fini a se stesse? Forse, certo è difficile prendere sul serio un intreccio tanto raffazzonato e riprese così effettate da infastidire dopo i primi minuti. D’altra parte la misantropia degli autori riflette un’immagine deforme della nostra società in cui, tra i tanti eccessi e cliché, si colgono elementi inquietanti. Nel film ci sono persone che accettano di farsi controllare come una liberazione, ci sono carcerati mandati al massacro per la gioia del pubblico, c’è un mondo virtuale, come Second Life, trasformato in un parco a tema fetish e bondage. Ci sono pure le consuete banalità da fumettone come il villain ricco e megalomane (però gran ballerino), l’eroe guerriero, la donzella in pericolo e gli hacker ribelli. Ma va detto pure che i riferimenti videoludici sono ben dosati e i set di Jerry Fleming, reali e non virtuali, sono magnifici.
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