All'alba del centenario che celebra la fondazione della sua impresa familiare svizzera che produce parti di orologi, Charles De, un brillante uomo d'affari di cinquant'anni, si rende irreperibile, scomparendo insieme alla figlia, unica sua complice in famiglia, facendosi ospitare nella casa di campagna di una coppia che ha conosciuto da poco. Sulle sue tracce si mette però il figlio, Carlo, che a fronte del suo fermo rifiuto a rientrare nei ranghi è pronto a tutto, persino a farlo dichiarare incapace di intendere e di volere e a farlo internare.
Alain Tanner è un autore che nei suoi film tende sempre a denunciare le contraddizioni sociali per farne emergere i tratti più ipocriti. Ambientato in una Svizzera incolore, "Charles mort ou vif" è un dramma esistenziale che arriva al cuore di un'importante questione umana : quanta felicità dona la ricchezza ? Film secco ed essenziale, alla Tanner.
Ambientato in una Svizzera grigia e sbiadita, è un dramma esistenziale che comunica allo spettatore un senso di disperata atonia, di nevrosi inespressa e inesprimibile. Un film che rivelò il talento di un regista che qui esprime una critica molto corrosiva nei confronti delle realtà che l’ipocrisia sociale e il conformismo tendono a nascondere.
È veramente curioso questo piccolo film girato in Svizzera a ridosso del 1969, che narra della crisi esistenziale di un industriale cinquantenne nel momento in cui si svegliano qua e là le contestazioni studentesche.
Il protagonista si chiama Charles De (interpretato da François Simon, figlio del celeberrimo Michel, quello di père Jules ne… leggi tutto
All’intervistatore che gli domanda se si considera più un orologiaio o un imprenditore, Charles (uomo di mezza età, titolare dell’azienda di famiglia) risponde che suo padre era soprattutto un orologiaio, suo figlio soprattutto un imprenditore. Lui invece si trova in mezzo al guado, né l’uno né l’altro: è un borghese disorientato, alla ricerca di punti di riferimento. E per uno come… leggi tutto
Il film esistenzialista perfetto: il proprietario insoddisfatto di una maison orologiaia trova comprensione solo nella figlia sessantottina, che sceglie una citazione al giorno per acculturare il pittore che, insieme alla compagna, accoglie il padre. Lui trova un po' di conforto nella vita bohémienne in campagna; loro per prima cosa gli buttano giù da un burrone la macchina,… leggi tutto
È veramente curioso questo piccolo film girato in Svizzera a ridosso del 1969, che narra della crisi esistenziale di un industriale cinquantenne nel momento in cui si svegliano qua e là le contestazioni studentesche.
Il protagonista si chiama Charles De (interpretato da François Simon, figlio del celeberrimo Michel, quello di père Jules ne…
Il film esistenzialista perfetto: il proprietario insoddisfatto di una maison orologiaia trova comprensione solo nella figlia sessantottina, che sceglie una citazione al giorno per acculturare il pittore che, insieme alla compagna, accoglie il padre. Lui trova un po' di conforto nella vita bohémienne in campagna; loro per prima cosa gli buttano giù da un burrone la macchina,…
All’intervistatore che gli domanda se si considera più un orologiaio o un imprenditore, Charles (uomo di mezza età, titolare dell’azienda di famiglia) risponde che suo padre era soprattutto un orologiaio, suo figlio soprattutto un imprenditore. Lui invece si trova in mezzo al guado, né l’uno né l’altro: è un borghese disorientato, alla ricerca di punti di riferimento. E per uno come…
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Commenti (3) vedi tutti
Alain Tanner è un autore che nei suoi film tende sempre a denunciare le contraddizioni sociali per farne emergere i tratti più ipocriti. Ambientato in una Svizzera incolore, "Charles mort ou vif" è un dramma esistenziale che arriva al cuore di un'importante questione umana : quanta felicità dona la ricchezza ? Film secco ed essenziale, alla Tanner.
commento di Peppe ComuneAmbientato in una Svizzera grigia e sbiadita, è un dramma esistenziale che comunica allo spettatore un senso di disperata atonia, di nevrosi inespressa e inesprimibile. Un film che rivelò il talento di un regista che qui esprime una critica molto corrosiva nei confronti delle realtà che l’ipocrisia sociale e il conformismo tendono a nascondere.
commento di (spopola) 1726792Il film esistenzialista perfetto e quindi tossico.
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