Regia di Andrzej Wajda vedi scheda film
Film più 'necessario' che 'riuscito'. Wajda filma 'sulla pietra' questa pagina 'aberrante' della storia polacca e mondiale.
Solo dopo il disgelo e la glasnost il popolo russo, per voce del suo presidente Gorbachov, chiede scusa al popolo polacco per il massacro di ben 22.000 soldati ed eminenti rappresentanti della classe dirigente russa trucidati nel 1940 per ordine di Stalin.
Dopo ben 50 anni dall’accaduto e dopo che la responsabilità fu spalleggiata tra tedeschi e russi all'epoca (guerra fredda) in cui la propaganda e l’ordine mondiale imponevano reticenza sulla macabra fine accorsa a quei poveri cristiani vittime di un vero e proprio eccidio perpetrato con dovizia chirurgica.
Consiglio a tutti di leggersi la vicenda nel dettaglio, compresi i vari documenti (tra cui l’ordine ad agire firmato dal dittatore russo) disponibile in rete, per inserire un tassello che ai più, me compreso, risultava sconosciuto facente parte delle esecrabili vicende accadute durante la seconda guerra mondiale.
Il regista, recentemente scomparso, decide di non realizzare un docufilm (onestamente avrei preferito) ma un vero e proprio drama che partendo dalle vicende di una famiglia polacca colpita dalla prigionia di un loro caro e la successiva e tardiva consapevolezza della morte e soprattutto del modo in cui avvenne, cerca di sensibilizzare il proprio paese ma soprattutto il mondo intero cercando di divulgare questo triste evento della storia mondiale del ventesimo secolo.
Onestamente si cade in un melodramma che tende a sfilacciarsi quasi subito in lungaggini non riuscendo a mantenere quel pathos necessario e quella tensione drammaturgica come avrebbe dovuto e le due ore di girato non aiutano certo alla causa.
Bisogna dire comunque che l’importanza de ‘il fine’ supera di gran lunga ‘il mezzo’ quindi direi di poterne consigliare la visione seppur con l’avvertenza che gli ultimi minuti della pellicola, concentrandosi sul modus operandi utilizzato dai russi per decimare nel minor tempo possibile le vittime di Katyn, risultano particolarmente cruenti ed espliciti.
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