Regia di Andrzej Wajda vedi scheda film
Un tuffo indietro nella propria storia personale,da cui origina il dolore.Il film di Wajda prima di essere bello(ed è bello)è un film importante,oserei dire necessario perchè narra una storia nascosta per oltre 40 anni,la storia di un eccidio ingiustificato ed ingiustificabile nelle foreste vicino la Katyn del titolo.22000 tra soldati e ufficiali polacchi uccisi con un colpo alla nuca e buttati in enormi fosse comuni.Il regista narra una storia che conosce molto bene per averla vissuta in prima persona.E'figlio di uno di quei ufficiali polacchi che non è mai ritornato,di cui non si sono avute più notizie.Una vita passata ad attenderlo.Quello che stupisce in Katyn è il distacco emotivo,la distanza che assume Wajda nei confronti della narrazione della vita quotidiana delle famiglie protagoniste.Riesce a fondere mirabilmente la dimensione privata con la storia che viene raccontata sui libri ma non deraglia per eccesso di rabbia,anzi ci regala quasi una cronaca distaccata di quello che è successo tra quel settembre del 1939 in cui la Polonia si trovò invasa praticamente in contemporanea dai russi e dai tedeschi fino al dopoguerra.Si concentra sul dolore sordo e lancinante,sull'indignazione,sulla tempesta di sensazioni,colpe che si affollano.Ma non deraglia mai:è tutto così composto,quasi ostentamente freddo.Storia e dimensione privata:il film si muove essenzialmente su questo binario senza operare processi frettolosi o essere accecati da ideologie fuorvianti.Wajda ci dice chiaramente che la strage è stata voluta e attuata dai soldati sovietici ma è ben lungi dall'avere una benchè minima comprensione dei nazisti o addirittura assolvere il loro ruolo nella storia.Perchè se è vero che con Katyn non c'entrano nulla le loro responsabilità non sono minori di quelle dei sovietici.Che differenza c'è tra morire con un colpo alla nuca o morire nei campi di concentramento tedeschi,come succede al professore universitario nascondendosi dietro una lettera piena di falsità?Per me assolutamente nessuna,sono sempre atti di barbarie indegni del genere umano,da qualsiasi parte vengano.Wajda non ci racconta la guerra,ci espone le storie di quattro famiglie con un encomiabile capacità narrativa,il film è denso di avvenimenti e dialoghi ,è corposo,si focalizza sul dolore dell'attesa,richiede attenzione ma lo sforzo è assolutamente ripagato.Il quarto d'ora finale nella foresta di Katyn è poi straziante:difficilmente una macchina da presa ha inquadrato scene così crude,assolutamente prive di enfasi,così terribili.Quasi da far abbassare lo sguardo,a ricordarci della brutalità della guerra,della brutalità dell'idea dello sterminio di massa.Un colpo alla nuca e la vita è strappata via,senza un fiato,senza un lamento.E l'escavatore poi ricopre tutto col suo braccio meccanico.Fine.Titoli di coda.E appena ti alzi dalla poltrona del cinema cominci a riflettere .....
ci propone quasi una lezione di storia con una regia attenta a non deragliare in una materia così scottante
bravo nelal parte del capitano
prova encomiabile nella parte della moglie del capitano
nella parte dell'ufficiale suicida
brava nella parte della molgie del generale
nella parte del generale
occhi di fuoco nella parte della sorella dell'aviatore
ottima nella parte della direttrice dell'università
non male nella parte del pilota
bravissima nella parte del capitano
dolente nella parte del padre del capitano deportato nelò campo di concentramento nazista
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