Regia di Charles Chaplin vedi scheda film
Non cedendo al ricatto del nuovo cinema sonoro, Charlie Chaplin realizza uno degli ultimi capolavori assoluti del cinema muto, oltre che la miglior commedia romantica di tutti i tempi.
Erano i primi anni '30 e stava iniziando a diffondersi un nuovo modo di fare cinema: il sonoro.
Ed erano già stati confezionati certi film mica da ridere (su tutti Il cantante di jazz, Ricatto e M - Il mostro di Dusseldorf sono sicuramente tra i più iconici di quel periodo).
L'unico che non si piegò subito a questa tecnica fu Charlie Chaplin, l'indiscusso capostipite della tragicommedia cinematografica, il quale nella realizzazione di Luci della città non si piegò alla volontà del pubblico delle platee, e decise di lasciarlo muto. Il suo ragionamento era: "La parola distrae dalla poesia che può trasmettere l'immagine" e per certi versi ebbe ragione.
Nonostante il grande pubblico volesse un film sonoro alla fine per il film fu una pioggia di elogi, e ancora oggi lo si ricorda come uno dei più grandi film di sempre.
E a ragione, perché parlando di Luci della città si parla della perfetta fusione tra comicità fisica e la più pura poesia. E' una toccante favola, con grandi interpreti (inutile elogiare ulteriormente Charlot, visto che non sarebbe mai abbastanza per ciò che merita, mentre ho apprezzato molto anche la prova di una giovane e graziosa Virginia Cherrill nei panni della fioraia cieca), un ottimo comparto registico e, soprattutto, un accompagnamento musicale superlativo (Kilometri interi di girato a causa del perfezionismo di Chaplin, ma ne è valsa la pena per un così imponente risultato).
I tempi e il dosaggio di commedia e romanticismo raggiungono livelli di rara perfezione e la storia emoziona come poche.
E' probabilmente la miglior commedia romantica di tutti i tempi, oltre che uno dei film migliori di sempre.
Voto: 10/10.
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