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Luci della città

Regia di Charles Chaplin vedi scheda film

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La recensione su Luci della città

di steno79
10 stelle

"Luci della città" è uno dei capolavori assoluti di Chaplin, il film che gode del maggiore consenso critico generalizzato tra quelli dell'attore/regista. Un film interamente muto ma con effetti sonori e una bellissima colonna sonora, composta come sempre dallo stesso Chaplin (chi non si è commosso al tema musicale de "La violetera"?). In passato ero stato tratto in inganno dalla componente melodrammatica legata alla fioraia cieca e alle sue disavventure, trovandovi un sentimentalismo troppo sottolineato: ma ad una visione più attenta ci si rende conto che il dosaggio di gag burlesche e di pura emozione è riuscito in maniera perfetta al grande cineasta. Spesso, proprio quando una scena sta per diventare troppo lacrimosa, Chaplin interviene con una trovata comica per alleggerire la situazione (ad esempio quando Charlot osserva appassionatamente la ragazza dalla finestra e un gatto gli fa cadere un vaso in testa). Nella parte riguardante l'amicizia di Charlot col milionario fatuo vi sono molte notazioni acute e taglienti sul cinismo della società, mentre in quella con la ragazza prevale il sentimento, ma in una chiave poetica, elegiaca e malinconica che appartiene all'ispirazione più autentica di Chaplin. Molte scene memorabili, come il primo incontro in cui la ragazza scambia il Vagabondo per un milionario, i tentativi di suicidio del milionario Harry Myers in cui Charlot cerca di ricordargli il valore della vita, l'incontro di boxe e il finale assolutamente struggente. L'attrice Virginia Cherrill ebbe un pessimo rapporto lavorativo con Chaplin, che non l'apprezzava professionalmente, ma la sua interpretazione non ne risente. Fu un'opera sofferta, girata nel corso di una lavorazione lunghissima di circa due anni e mezzo, ma accolta trionfalmente da critica e pubblico e divenuta rapidamente uno dei grandi classici dello schermo. Scandalosamente ignorato dall'Academy, "Luci della città" pagò l'assenza di nomination a causa del partito preso del regista di girare un film muto nel 1931, quando ormai il Cinema aveva preso irreversibilmente la direzione del parlato, ma rimane un'opera perfetta nella sua estetica, e pazienza per chi all'epoca non riuscì a comprenderlo.

VOTO 10/10

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