Regia di Joachim Hess vedi scheda film
Questa versione in studio dell'omonima opera di Krzysztof Penderecki mi sento in vena di doverla considerare un capolavoro, non solo per l'importanza e la bellezza della musica in sé, ma anche per l'impatto visivo e di messinscena del film diretto da Joachim Hess e prodotto da Polyphon Film - und Fernsehgesellschaft nel 1969, quindi poco prima del capolavoro di Ken Russell sullo stesso tema: una vicenda davvero fortunata.
L'opera in tre atti si avvale del libretto dello stesso Penderecki (una delle punte di diamante dell'avanguardia della seconda metà del XX secolo), libretto basato sul testo teatrale (tradotto in tedesco) di John Whiting, a sua volta ispirato al romanzo di Aldous Huxley. La musica inquietante ha una grande varietà di mezzi sonori, tra parlato, declamazione, canto lirico, dissonanze estreme, canti spiegati e fortemente penetranti, contrasti timbrici e dinamici. La regia è essenziale ma capace di rendere al meglio la tensione, il disagio, lo squilibrio dell'atmosfera che si respira, grazie anche ad una fotografia in bianco e nero spettrale e mortuaria.
La prima esecuzione teatrale avvenne alla Staatsoper di Amburgo il 20 giugno 1969. 10
Dvd Arthaus
Padre Urbain Grandier è accusato ingiustamente, per interessi politici e vendette private, di essere in comunione col demonio, approfittando della sua nota propensione ai vizi carnali. L'accusa è sostenuta anche da suor Jeanne des Anges, nel cui convento si scatena la furia dei sensi...
Splendida anche l'esecuzione musicale, soprattutto dal punto di vista vocale: Tatiana Troyanos (una strepitosa, indimenticabile suor Jeanne che pare creata per il ruolo, dalle potenzialità canore e attoriali impressionanti, purtroppo morta prematuramente), Andrzej Hiolski (un Urbain Grandier asciutto), Bernard Ladysz (padre Barré), Hans Sotin (padre Rangier), Karl-Heinz Gerdesmann (Jean d'Armagnac), Rolf Mamero (Guilleaume de Cerisay), Kurt Marschner (Adam), Heinz Blankenburg (Mannoury); Orchestra filarmonica statale di Amburgo diretta da Marek Janowski.
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